
L’obiettivo è arrivare a costituire, entro l’anno, un’op con
le prime 10 aziende agricole coinvolte e sparse tra i comuni di Acquedolci,
Caronia e Torrenova (nel messinese) e Ficarazzi nel palermitano.
I finanziamenti sono stati appena deliberati dalla Regione
Sicilia e fanno capo alla misura 4.1 del Psr 2017-2020 rimasto bloccato per una
valanga di ricorsi al Tar, fino allo scorso maggio, quando le vicende
giudiziarie si sono chiuse con il decreto regionale che deliberava, una volta
per tutte, l’assegnazione dei fondi.
Oltre alla realizzazione di piantagioni tropicali per
complessivi circa 40 ettari, il progetto di Collura prevede anche la
realizzazione di un impianto di lavorazione ad Acquedolci. Un capannone di
circa 500mq, altamente tecnologico con linee di calibratura, packaging e celle
frigo per lo stoccaggio dei prodotti al fine di poter partire sin da subito con
un progetto a filiera integrata.
“I produttori che aderiscono al progetto già ci sono –
spiega Alfonso Collura, che oltre ad essere il rappresentante legale
dell’azienda è anche un astrofisico –; tra questi anche lo storico coltivatore
di limoni della zona di Caronia, l’azienda Sciarratta che sta iniziando a
rinnovare le sue coltivazioni che, avendo più di sessant’anni, sono in declino
produttivo. Il problema è reperire le piante tropicali perché nei vivai manca
proprio il materiale vegetale. Noi le compriamo in Spagna perché costano meno,
circa otto euro a pianta, ma i tempi di attesa sono di quasi due anni. Se
volessimo averle subito potremmo prenderle nei vivai siciliani ma si tratta di
piante meno testate sul campo con prezzi maggiorati anche del doppio. Proprio
per questi tempi di attesa lunghi, pensiamo tutte le aziende coinvolte potranno
iniziare a commercializzare a regime, tra cinque anni perché ci vogliono due
anni di attesa ai vivai e tre per iniziare a produrre commercialmente”.
Il passo successivo, una volta creato il nucleo aggregato,
sarà quello di valutare la richiesta di una certificazione di origine ed
eventualmente arrivare a costituire anche un consorzio di tutela, il primo per
le esotiche Bio made in Sicily.
Autore: Mariangela Latella
Fonte: Corriere Ortofrutticolo
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