
Il 17 gennaio scorso la Commissione Europea aveva confermato
il mancato rinnovo dell’approvazione di questo principio attivo a partire
dall’1 gennaio 2020. Produttori e commercianti hanno preso atto della
situazione e della decisione in ambito europeo, anche se in molti si lamentano
del fatto che spesso si effettua la revoca di un prodotto senza preoccuparsi
delle possibili alternative.
L’aspetto che più preoccupa è la venuta meno anche di
prodotti che hanno azione corroborante e migliorativa sulla conservabilità di
origine naturale. Aspetto questo che tra qualche mese interesserà anche le
pere.
Si tratta di sostanze naturali, con azione inibente sulla
respirazione dei tuberi, limitandone il calo peso e l’attività metabolica.
Questo doppia azione si traduce in una migliore conservabilità, consentendo
l’immissione graduale sul mercato e conseguente minore rischio commerciale per
le aziende agricole. La mancanza di questi prodotti naturali, largamente usati
in agricoltura biologica, comporterà pesantissime ripercussioni economiche nei
territori vocati a queste produzioni.
L’Italia è un produttore di patate ma anche un importatore.
Se ne producono circa 1,4 milioni di tonnellate e se ne consumano 2,1 milioni
di tonnellate circa, quindi siamo vincolati alla importazione di patate per
circa 600-700.000 tonnellate.
La situazione potrebbe drasticamente peggiorare senza la
possibilità di destagionalizzare in sicurezza la produzione. Le aziende
agricole potrebbero trovarsi obbligate ad immettere sul mercato il prodotto
entro qualche mese dalla raccolta, perdendo così buona parte delle opportunità
che il mercato potrebbe offrire, ed aprendo le porte al prodotto
d’importazione.
Alcune questioni autorizzative bloccano l’uso di alcuni
prodotti naturali idonei allo scopo, che gli operatori del settore sanno avere
fornito buoni risultati sperimentali nella conservazione delle patate e delle
pere. Per migliorare la loro efficienza questi prodotti naturali necessitano
dell’uso di un veicolante chimico già oggi molto impiegato in alcuni prodotti
alimentari. Sono circa 4 milioni i quintali di patate che nel 2019 si prevede
verranno stoccate nelle celle di conservazione che rischiano di non essere
conservate correttamente.
Il settore chiede con forza agli organi competenti una
soluzione della vicenda poiché ritengono non danneggi i consumatori ma,
potrebbe avere gravi ripercussioni sul sistema produttivo e commerciale
nazionale.
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