I dati del Crea di Caserta: in regione coltivati 200 ettari.
Ma in tutto il Mezzogiorno c'è un solo impianto di prima trasformazione per la
fibra tessile.
Sta crescendo l’interesse sulla coltura delle canapa al Sud
e ne è prova anche il successo di pubblico riscosso a Napoli dalla terza
edizione di Canapa in Mostra, Fiera Internazionale della Canapa Medica e
Industriale, tenutasi alla Mostra D’Oltremare dal 14 al 16 ottobre 2016.
La mostra dedicata alla canapa - la più grande del Sud
Italia secondo l’associazione organizzatrice Canapa in Mostra - ha accolto nei
padiglioni del polo fieristico del capoluogo napoletano più di cento espositori
nazionali ed internazionali che hanno incontrato oltre 9000 visitatori
provenienti da tutta Italia e dall’estero. Selezionatori di seme, imprese che
trasformano la fibra tessile, enti di ricerca ed organizzazioni professionali
agricole hanno animato la tre giorni napoletana.
Sul piatto una scommessa: tornare alla canapa in nome dei
nuovi materiali, della fibra tessile, ma anche del food con farina e olio.
Lo stand di Confcooperative Campania ha ospitato la
cooperativa “Campanapa” - che partendo dai territori di Benevento e di Caserta,
si sta specializzando nella filiera della canapa.
“Quest’anno abbiamo deciso di essere presenti a Canapa in
mostra con la nostra cooperativa “Campanapa”, che sta dedicando grandi energie
al recupero della coltivazione della canapa e alla conversione della filiera
del tabacco in quella della canapa. Un’azione che guarda al futuro e rispetto
alla quale stiamo recuperando il tempo perduto" dice Alfonso Di Massa,
presidente Fedagri-Confcooperative Campania.
“La Cannabis sativa possiede enormi potenzialità e infinite
applicazioni nel settore artigianale, alimentare, industriale, tessile, farmaceutico
e cosmetico – sottolinea Di Massa, che segnala - e lentamente si sta invertendo
la tendenza con la creazione di strumenti, di centri di trasformazione del
prodotto e di momenti di relazione tra gli addetti ai lavori come questa fiera.
Ci auguriamo che attraverso il sostegno delle istituzioni questo comparto così
innovativo trovi la sua fortuna, con un rovesciamento positivo del trend
occupazionale”.
Ma in tutto il Mezzogiorno è attivo un solo sito di prima
trasformazione della materia prima in fibra tessile ed è della South Hemp Tecno
di Crispiano (Taranto). Rachele Invernizzi, amministratrice dell’azienda
pugliese conferma: “Ci giunge canapa grezza da tutte le regioni del
Mezzogiorno, isole comprese, e dell’Italia centrale e siamo in forte crescita”.
In Campania, secondo Domenico Cerrato, ricercatore del Crea
Frc di Caserta, “Sono stati messi a coltura nell’ultima campagna circa 200
ettari con canapa a fronte di 2070 ettari investiti complessivamente in
Italia”. Ma il potenziale è molto più elevato, se si considera l’abbondanza di
aree vocate in Campania: "Terreni che consentono rese agrarie doppie
rispetto al Nord Italia" riporta Cerrato.
“A scoraggiare gli investimenti in canapa al Sud è oggi la
lontananza dei centri di prima trasformazione, che fanno lievitare i costi di
produzione – spiega Mario Schiavone, assessore alle attività produttive di
Casal di Principe, nel casertano – Non a caso la nostra amministrazione ha
presentato a regione Campania, nel quadro degli investimenti ambientali del
Piano operativo regionale per il risanamento di alcune aree un tempo coperte da
discariche, il progetto di un centro di prima trasformazione della canapa, in
modo da incentivare la coltivazione locale sia a fini di bonifica dei terreni
che per ottenere fibra”.
E stando agli umori registrati in fiera, ad attendere un
sito di prima trasformazione della canapa più a portata di mano, che possa
offrire una fibra da rocchetto, sono anche le aziende tessili della Campania,
che stanno riscoprendo la canapa come fibra nobile per la tessitura di
biancheria e abiti.
Gli ingredienti per il rilancio della canapa al Sud sembrano
esserci tutti, peccato che gli aiuti finanziari alla coltivazione siano scarsi:
limitati dalla formula del de minimis. In compenso, un investimento in Cannabis
sativa può arrivare ad esitare sul mercato un prezzo da 1350 euro ad ettaro.
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