L'obbligo per tutti di indicare la provenienza del latte
diventa un'arma in più per difendere i pecorini sardi e le mozzarelle di bufala
campane.
Lo schema di decreto sull’etichettatura del latte e dei
formaggi, che a Bruxelles non ha ricevuto osservazioni, e che dovrebbe
diventare norma cogente in Italia dal primo gennaio 2017, ha creato già molte
aspettative nel mondo agricolo e non solo nel comparto del latte vaccino, ma
anche e soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia, caratterizzate da
altre filiere.
Se le industrie di trasformazione sono perplesse, perché il
sistema una volta implementato darà oggettivamente una stretta ai sistemi di
tracciabilità e al rapporto tra questi e l’etichettatura, il mondo agricolo
meridionale vede nel decreto un traguardo, una sorta di occasione per
rilanciare non solo le produzioni lattiere locali, ma anche un sistema per
difendere meglio i formaggi Dop, che pure sono già tracciati, offrendo a questi
ultimi l'arma di una maggiore differenziazione da analoghi prodotti non
tutelati.
"E' una giornata storica per gli allevatori e per i
consumatori – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu –
che adesso saranno tutelati dalle etichette trasparenti che ci diranno dove è
stato munto e trasformato il latte. Un risultato fondamentale per la Sardegna
dove mungiamo il 67% del latte ovino italiano, il 45% di quello caprino e oltre
200milioni di litri di latte vaccino. Abbiamo l'arma che ci serviva per
tutelarci dai falsi formaggi made in Italy e Sardinia, compresi quelli
rumeni".
In Campania c’è attesa per il decreto, poiché finisce con il
completare il pacchetto “tracciabilità filiera bufalina italiana”. Se la
Mozzarella di bufala campana Dop ha da disciplinare già l’obbligo in etichetta
della provenienza del latte bufalino, con il decreto etichettatura latte tutte
le “mozzarelle di latte di bufala”, comunque già tracciate, dovranno aggiungere
la provenienza del latte in etichetta, consentendo direttamente al consumatore
di monitorare l’eventuale arrivo di latte estero. Elemento, quest’ultimo, che
rafforza la leva competitiva della qualità offerta dal prodotto Dop.
Non a caso Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti
Campania dice: ”Le ripercussioni positive riguarderanno prodotti di punta come
la mozzarella, ma anche la grande e ricca varietà di formaggi che si producono
in tutte le province. Finalmente si mette un freno ai continui tentativi di
speculazione e di imitazione. I consumatori potranno sapere sia dove il latte è
stato munto, sia dove è stato lavorato.
Il consumatore sarà così libero di scegliere e i
nostri allevatori potranno stare sul mercato senza la concorrenza sleale di chi
spaccia per italiani e campani prodotti fatti con latte proveniente da altri
paesi. Materia prima che magari viene prodotta senza il rispetto delle regole
sanitarie del comparto. La zootecnia da latte riveste un importante ruolo in
Campania, legato all'interazione tra monte e valle che tiene vivi i territori
in termini economici e sociali".
Nessun commento:
Posta un commento