La rivendica il presidente del Consorzio di tutela, Roberto
Erario, che sottolinea anche la qualità elevata dell'annata 2016.
Nonostante il cattivo tempo abbia inferto un duro colpo in
settembre a molte produzioni della Puglia, è di venti milioni di litri il
risultato della vendemmia 2016 per il Primitivo di Manduria Dop, una cifra che
permetterà di produrre 25 milioni di bottiglie con una crescita del 10-12%
rispetto all'anno 2015. A rivendicare il dato vendemmiale, con i propri dati
ufficiali della raccolta uva, è il Consorzio di tutela del Primitivo di
Manduria, che ha diffuso oggi, 5 ottobre 2016, un comunicato stampa.
"Un'annata a cinque stelle quella del 2016 che ha
registrato una sorprendente eccellenza delle uve raccolte. – dichiara Roberto
Erario, presidente del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria - La
pioggia, che ha sfiorato i vigneti, non ha provocato danni in quanto l'80% di
uva era già stata raccolta. Quindi sono qualità e quantità i valori di questa
vendemmia. Un risultato straordinario che vorrei condividere con le 27 aziende
ringraziandole del grande lavoro fatto in questi anni e con gli 800 viticoltori
il cui ruolo è fondamentale".
I 25 milioni di bottiglie del Primitivo di Manduria
millesimo 2016, oltre che sul mercato italiano, viaggeranno alla volta di molti
Paesi, visto che l’export rappresenta tra il 60 ed il 70% della produzione
vendibile. I principali mercati di sbocco saranno Stati Uniti, Canada e Europa
e una buona parte delle bottiglie sbarcherà anche in Cina.
"Il Primitivo di Manduria ultimamente sta conquistando,
bottiglia dopo bottiglia, anche i mercati orientali, dove fino a pochi anni fa
non c'era una grande cultura enologica - conclude Erario -. Oggi invece
parliamo di consumatori attenti, che si accontentano solo di un prodotto, ma di
altissima qualità".
Oltre al ruolo del Consorzio di supportare le aziende per
penetrare nei mercati esteri, dall'altra parte, c'è anche quello di tutelare il
prodotto all'estero, contro eventuali abusi, atti di concorrenza sleale e contraffazioni,
il tutto per salvaguardare la grande denominazione pugliese.
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