Dopo un'annata disastrosa come quella 2014, anche il 2016
pare avviato ormai alla conta delle perdite produttive causate da Bactrocera
oleae: i prodotti per combatterla.
Chi pensava che il 2015 fosse la norma si deve ricredere.
L'anno passato si è infatti rivelato interlocutorio fra due stagioni, la 2014 e
la 2016, che di mosca delle olive ne hanno vista volare tanta da oscurare il
sole.
Perdite gravissime, sia in termini quantitativi, sia
qualitativi. Che è anche peggio. Specialmente gli agricoltori che prediligono
le raccolte invernali da terra più che dell'olio lampante non sono riusciti
quindi a fare. E pure scadente anche così. Chi ha anticipato la raccolta,
prendendo in contropiede l'attacco più virulento dell'insetto, in pre-raccolta,
ha sì schivato l'onda d'urto autunnale, ma ha anche dovuto rinunciare a
raccogliere in quantità. Chi infine ha seguito la coltura fino al momento
fisiologico per la molitura è stato costretto ad applicare insetticidi appositi
al fine di arginare le perforazioni e le conseguenti alterazioni della polpa e
dell'olio.
Gli insetticidi utilizzabili su olivo non sono poi infiniti.
In banca dati Fitogest.com si possono reperire infatti 55 differenti formulati
autorizzati per lo meno sulla coltura, molti dei quali basati però su sostanze
attive uguali o molto simili per modo d'azione. A parte piretro naturale,
spinosad e Beauveria bassiana, applicabili anche da chi segua olivicoltura
biologica, si contano poi alcuni piretroidi di sintesi, come deltametrina,
cipermetrina e lambda-cialotrina, ma anche esteri fosforici come clorpirifos,
dimetoato e fosmet. Non manca neppure il neonicotinoide, come imidacloprid.
Non tutti questi possono però essere impiegati a piena
chioma, vuoi per motivi di scarsa o nulla selettività verso gli organismi non
bersaglio, vuoi per l'elevata residualità nell'olio. I metodi possono quindi
differire di molto: dalle trappole con esche attivate, alle applicazioni di
campo a tutta chioma di una ristretta selezione delle molecole sopra
menzionate, le quali devono però fare i conti con gli intervalli di sicurezza
specifici per ogni prodotto, la cui etichetta è quindi bene seguire molto
attentamente anche per verificare l'effettiva registrazione su mosca, non solo
sulla coltura.
Infine, sono 16 le differenti opzioni fra cui scegliere per
seguire l'approccio della cattura massale, una pratica che consente di
mantenere bassa la popolazione senza gravare sul bilancio finale in termini di
residui. Va da sé che un corretto approccio integrato alla coltura debba tenere
conto anche di queste opportunità.
Gli strumenti appaiono quindi sufficienti, a patto di sapere
cosa utilizzare e quando intervenire, momento che va stimato con apposite e
periodiche visite in campo al fine di annotare le primissime olivine che
presentino tracce di ovideposizione.
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