Il microbiota umano è l'insieme di tutti i microrganismi che
vivono in maniera simbiotica con noi. Sono soprattutto batteri, ma anche virus
e funghi, che dalle prime ore di vita hanno colonizzato la nostra pelle,
l'apparato respiratorio e l'intestino e che sono utili al nostro organismo per
lavorare meglio.
Talvolta si parla di microbioma che è invece il patrimonio
genetico del microbiota. Ma perché è di fondamentale importanza in agricoltura?
Per capirlo bisogna pensare a noi stessi. Spesso si fa
l'errore di considerare l'essere umano come una entità distinta e
autosufficiente, ma nel nostro corpo vivono miliardi di microrganismi (che
pesano in totale circa 1,5 chili) che svolgono un ruolo fondamentale per la
nostra vita. Servono ad esempio a sintetizzare la vitamina K, necessaria per la
coagulazione del sangue. A digerire le cartilagini. Ma sono pure utili al buon
funzionamento del nostro sistema immunitario.
Se il microbiota è fondamentale per la nostra salute lo è
anche per quella di piante ed animali. Sulle foglie e soprattutto intorno alle
radici di ogni albero, arbusto o erba vivono miliardi di batteri che si sono
evoluti con le piante durante milioni di anni in un rapporto di reciproco
interesse. I batteri forniscono un servizio e in cambio ricevono qualcosa
(solitamente elementi nutritivi).
I funghi micorrizici arbuscolari sono ad esempio
fondamentali per apportare fosfato inorganico alle piante. Sulle radici dei
legumi vivono invece dei batteri che producono auxine, ormoni che stimolano la
crescita.
L'Università degli studi di Milano, insieme a quella del
Cairo, ha studiato come le piante di peperone che crescono in Egitto rispondano
meglio agli stress idrici grazie al ruolo svolto dai batteri promotori della
crescita. In condizioni di stress prolungato le piante che vivono in simbiosi
con questi microrganismi sviluppano un apparato radicale più esteso e hanno una
migliore capacità fotosintetica.
"Compreso lo straordinario valore che il microbiota ha
per le piante e l'essere umano bisogna ora capire come sfruttarlo per
migliorare la produzione delle colture e la vita dell'uomo", spiega ad
AgroNotizie David Kyle, ceo Evolve biosystems (società biotech focalizzata su
questo universo), durante il Future food tech innovation summit di San
Francisco.
"Solo negli ultimi dieci anni si sono iniziate a
comprendere le potenzialità del microbiota e nel futuro saranno molti i
prodotti che si baseranno sulla relazione tra microrganismi ed esseri viventi
complessi".
Le potenzialità sono enormi, ad esempio nel campo dei
biostimolanti. La sfida è quella di individuare, isolare e studiare i batteri
'buoni' per poi farli riprodurre e applicarli alle colture. I biostimolanti
hanno lo scopo di difendere le piante dagli stress abiotici, come il caldo, la
mancanza di luce o la siccità. Ma anche aumentare la capacità di assorbimento
dei nutrienti o migliorare la qualità della produzione.
I batteri possono essere utilizzati anche per difendere le
colture da altri microrganismi, come i funghi, o da insetti. Possono proteggere
le piante competendo con i microrganismi patogeni per la stessa nicchia
ecologica, producendo inibitori o inducendo resistenze sistemiche nella pianta
ospite.
Selezionare e portare in campo i batteri buoni può però non
essere sufficiente, bisogna anche creare un ambiente favorevole al loro
sviluppo. Per questo la statunitense CoolTerra ha messo a punto un ammendante a
base di biochar (carbone vegetale) che migliora la struttura del suolo,
aumentandone la ritenzione idrica, e fornisce dei 'condomini' ai batteri buoni
dove moltiplicarsi.
Ma anche in zootecnia il microbiota ha una importanza
fondamentale. Ogni vacca, maiale o pollo ha nel suo intestino un microbiota
specifico che aiuta l'animale a vivere meglio. Per quanto riguarda le mucche la
capacità di digerire la cellulosa è determinata dalla presenza di batteri che
nel rumine scindono le molecole di cui è composto questo polisaccaride. Isolare
i batteri buoni per gli animali può costituire un aiuto nel migliorare le
performance produttive e la capacità di resistere a stress e malattie.
Ma è nel campo della salute umana che si stanno facendo i
maggiori investimenti. "Negli ultimi quaranta anni il nostro microbiota è
cambiato enormemente", spiega Kyle. "I batteri che colonizzavano il
nostro intestino sono mutati nel tempo a causa degli stili di vita e dell'alimentazione.
Secondo alcuni ricercatori questo ha portato alla pandemia di allergie
alimentari, casi di asma, di obesità e di disturbi del metabolismo che vediamo
oggi".
Come per le piante e per gli animali l'obiettivo dei
ricercatori è quello di creare degli integratori per avere un microbiota sano e
utile al nostro benessere. Ma i ricercatori vogliono andare oltre. Già, perché
ogni essere umano avrebbe un suo microbiota ideale che dipende dall'etnia,
dall'età, dal sesso, dall'alimentazione e da tanti altri fattori.
Già oggi si può mappare il proprio microbiota (che però
cambia costantemente) e in futuro verranno create diete tagliate sulle
necessità di ogni persona per avere come partner i batteri giusti.
Fonte: Agronotizie
Autore: Tommaso Cinquemani
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