La campagna 2016/17 dei principali ortaggi tipicamente
invernali di pieno campo si è caratterizzata per un andamento climatico
anomalo, con abbondanti nevicate e gelate, avvenute non solo a cavallo tra il
2016 e il 2017, ma anche nel corso delle primavera. Questa situazione ha spinto
i listini alle stelle, come testimoniato dall'indice dei prezzi all'origine
Ismea (base 2010) degli ortaggi freschi che nel primo trimestre del 2017 si è
attestato a quota 161, evidenziando una crescita del 72% su base annua.
A ciò si è contrapposta un'offerta spesso deficitaria e con
rilevanti fenomeni di perdita della produzione, che ha spinto le importazioni
di ortive nel periodo a cavallo tra il 2016 e il 2017, in particolar modo
dall'area mediterranea.
Carciofi
I carciofi rappresentano il 7% della produzione ai prezzi di
base degli ortaggi freschi dell'Italia, che vanta il primato mondiale di paese
produttore e consumatore di questo ortaggio. Tuttavia, spesso nel corso della
campagna del prodotto che va da ottobre ad aprile, gli operatori soffrono la
concorrenza estera, a causa della sovrapposizione della campagna con quella
egiziana, spagnola e tunisina.
Secondo i dati 2016 Istat sulle superfici e le produzioni
nazionali, oltre l'80% del raccolto si è concentrato in tre regioni del Sud e
delle isole: Sicilia (38%), Puglia (30%) e Sardegna (18%), orientate verso le
tipologie Violetto, Tema e Spinoso sardo. Seguono Lazio (5%) e Campania (4%),
che entrano sul mercato nei primi mesi del 2017 con un prodotto primaverile,
prevalentemente della tipologia Romanesco.
L'esordio della campagna 2016/17 è avvenuto con ritardo per
l'assenza di freddo che non ha agevolato la produzione e sulla base di
quotazioni inferiori rispetto all'annata precedente. Con il susseguirsi delle settimane
gli operatori hanno assistito ad un recupero dei listini, fino a toccare la
punta massima di 0,42 euro/capolino nella 48ma settimana del 2016, quando poi
il prezzo ha iniziato a flettere per il massiccio arrivo di prodotto estero: a
dicembre 2016 sono entrate in Italia circa 1.600 tonnellate di carciofi, volumi
in crescita del 243% su base congiunturale e del 43% su base annua; buona parte
del prodotto è giunto dall'Egitto (35%), dalla Tunisia (35%) e dalla Spagna
(24%).
Le quotazioni hanno iniziato a risalire in particolare
all'inizio dell'anno, in concomitanza dei vuoti d'offerta dovuti al maltempo.
Va evidenziato, dunque, che a fronte di prezzi al produttore elevati, la
perdita di produzione è stata ingente. In molti campi il gelo ha distrutto l'infiorescenza
apicale, la cosiddetta mamma, il capolino più grande che riesce a spuntare un
prezzo mediamente più elevato.
Tra ottobre 2016 e gennaio 2017, l'Italia ha esportato circa
1.900 tonnellate di prodotto per un corrispettivo monetario di circa 2,7
milioni di euro, attestando un incremento su base annua del 13% in volume e del
4% in valore.
Finocchi
Oltre il 70% della produzione italiana di finocchi si
concentra in quattro regioni: Puglia con una quota del 24% (media 2014-2016),
Calabria (20%), Campania (19%) e Abruzzo (13%). La campagna 2016/17 è iniziata
in anticipo rispetto alle ultime due annate e sulla base di quotazioni
all'origine più elevate. Nella fase iniziale, una richiesta al consumo
abbastanza limitata ha provocato un andamento flessivo delle quotazioni. Anche
nel caso dei finocchi, il gelo ha determinato la distruzione di buona parte
della produzione, avviando ad una brusca risalita dei listini all'origine tra
fine 2016 ed inizio 2017, fino al picco massimo di 0,54 euro/kg nella sesta
settimana del 2017.
L'Italia ha una scarsissima propensione all'import di
finocchi, essendo tra i più importanti produttori europei. La distribuzione
mensile delle importazioni italiane è molto diversificata nel corso degli anni:
la maggiore concentrazione a novembre e dicembre 2016 deriva dalla carenza di
finocchi nazionali. Va precisato, però che solo 363 tonnellate di prodotto sono
arrivate in Italia da paesi esteri nel periodo che va da ottobre 2016 a gennaio
2017, a fronte di un valore di 333mila euro, in rilevante aumento su base
annua. Nel contempo, l'Italia ha esportato poco più di 20.000 tonnellate di
finocchi, per circa 22 milioni di euro; su base annua sono diminuiti i
quantitativi in uscita dal paese del 7,6%, a fronte di una evoluzione positiva
del valore dell'export del 14,9%.
L'analisi degli acquisti domestici di finocchi avvenuti tra
ottobre 2016 e gennaio 2017 evidenzia una flessione dei volumi del 3,6% su base
annua ed una più marcata contrazione della spesa sostenuta dalle famiglie del
3,9%.
Cavolfiori e cavoli broccoli
Considerando le informazioni FAO, Cina e India sono i
principali produttori mondiali di brassicacee, l'Italia compare tra i primi
produttori europei nel ranking, insieme a Polonia, Romania e Germania. Le più
importanti brassicacee, cavolfiori e cavoli broccoli, rappresentano il 7% della
produzione ai prezzi di base nazionale di ortaggi e patate. I due terzi del
totale nazionale vengono raccolti in cinque regioni: la Puglia (22%), seguita
dalla Campania (18%), dall'Abruzzo (15%), dalla Sicilia (11%) e dalla Calabria
(8%).
Con riferimento ai cavolfiori, la campagna autunno-vernina
2016/17 si è aperta con un prezzo più basso della stagione precedente, per poi
risalire la settimana successiva. Con l'intensificazione delle operazioni di
raccolta in tutti gli areali vocati del paese e con il progressivo aumento
delle disponibilità, i listini hanno seguito una tendenza lievemente flessiva
fino a fine anno, attestandosi comunque su livelli superiori rispetto
all'annata precedente. Malgrado la maggiore resistenza al freddo di questa
categoria di ortaggi, rispetto ad altre ortive di stagione, anche in questo
caso le gelate avvenute tra fine anno ed avvio del 2017 hanno provocato una
carenza nell'offerta, determinando una crescita dei listini all'origine.
A partire dalla sesta settimana le quotazioni hanno iniziato
a flettere, per il miglioramento delle condizioni climatiche, che da un lato ha
determinato un graduale incremento dei volumi raccolti, ma dall'altro ha
orientato l'interesse della domanda verso altre ortive. Dalla 12ma settimana i
consumi hanno registrato una ripresa e con loro anche i prezzi all'origine, per
l'approssimarsi delle festività pasquali e per il calo delle temperature.
Nel periodo che va da ottobre 2016 a gennaio 2017, l'Italia
ha importato quasi 9.000 tonnellate di cavolfiori e cavoli broccoli, volumi che
sono aumentati del 26,1% su base annua; il controvalore corrispondente è stato
di circa 8,8 milioni di euro, con un balzo di quasi il 50% rispetto all'analogo
periodo dell'anno precedente. Anche sul fronte delle esportazioni sono state
registrate dinamiche positive: le circa 33.000 tonnellate di prodotto esportato
sono aumentate del 2,7% rispetto al livello del periodo ottobre 2015-gennaio
2016; il valore medio all'export ha avuto un rilevante apprezzamento, portando
il valore dell'export a quasi 35 milioni di euro, in aumentato di quasi il 33%
su base annua.
Infine, con riferimento agli acquisti domestici di cavoli,
cavolfiori e broccoli, tra ottobre 2016 e gennaio 2017 la spesa sostenuta alle
famiglie è cresciuta dell'1,6% su base annua, a fronte di una riduzione dei
volumi di ben il 7,2%.
Fonte: www.ismeamercati.it
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