Con oltre 30 miliardi di euro correnti l'Italia è il primo
Paese Ue 28 per livello di valore aggiunto in agricoltura con l'ortofrutta, il
vino e l'olio che costituiscono i principali settori del Made in Italy. E’
quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei nuovi dati Istat sull’andamento
dell’economia agricola nel 2016, nel sottolineare che si tratta di un risultato
raggiunto grazie ai primati qualitativi ed ambientali. L’agricoltura italiana –
sottolinea la Coldiretti - è diventata la più green d’Europa con il maggior
numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a
denominazione di origine Dop/Igp, la leadership nel numero di imprese che
coltivano biologico, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con
residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi
geneticamente modificati. L’Italia – precisa la Coldiretti - è l’unico Paese al
mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti, 291 specialità
Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche
quello più green con quasi 60mila aziende agricole biologiche in Europa e ha
fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela
della biodiversità e della sicurezza alimentare. Non è un caso che
l’agricoltura è il settore che in Italia ha fatto segnare il maggior aumento
degli occupati con un incremento record del 4,9% annuale che è quasi il triplo
di quello fatto registrare nei servizi (+1,8%) mentre per l’industria il segno
è addirittura negativo (-0,5%) nel 2016 sulla base del rapporto annuale Istat.
A favorire la crescita dell’occupazione è infatti anche il fenomeno del ritorno
alla terra di molti giovani. Secondo un’analisi Coldiretti quasi una impresa
condotta da giovani su dieci in Italia opera in agricoltura (8,4%) dove sono
presenti ben 51.123 aziende guidate da under 35, in crescita del 2016 del 6 per
cento rispetto all’anno precedente. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato
il lavoro in campagna con il 70 per cento delle imprese under 35 che opera in
attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita
diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività
ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e
tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere
e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Il risultato è
che - continua la Coldiretti - le aziende agricole dei giovani possiedono una
superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più
elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda
in più. Nel 2016 il valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca ha
segnato un calo del 5,4% a prezzi correnti dovuto soprattutto al taglio delle
quotazioni alla produzione (-3,4%) per effetto delle speculazioni e delle
distorsioni di filiera nel passaggio dal campo alla tavola. A incidere –
conclude la Coldiretti - è stato anche il flusso delle importazioni selvagge
che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati
come Made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in
etichetta per tutti i prodotti, anche se per il 2017 sono attese importanti
novità per il latte, i formaggi, il riso e la pasta Made in Italy.
Fonte: Coldiretti
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