Oggi parleremo di un insetto molto
dannoso per il nostro orto (e fastidioso per le nostre case): le cimici. Più in
particolare ci focalizzeremo sulle cimici verdi e sulle cimici asiatiche (note
volgarmente come cimici cinesi). Si tratta delle due specie maggiormente
presenti sul nostro territorio, capaci di presentarsi con infestazioni davvero
deleterie.
Questi insetti, soprattutto nei
periodi molto caldi, durante i quali sono in costante ricerca di cibo, mettono
in serio pericolo le nostre coltivazioni, rovinando spesso buona parte del
raccolto. Diventa quindi fondamentale imparare a riconoscere alla svelta i
diversi stadi di sviluppo delle cimici cinesi e verdi presenti sul nostro
terreno. In questo modo diventa possibile capire per tempo come evitare infestazioni
e difendere le nostre colture in maniera biologica e senza l’utilizzo di
pesticidi.
Le cimici verdi
Tra le diverse specie di cimici
esistenti, quelle più diffuse e tristemente conosciute nel territorio italiano
sono le cimici verdi, Nezara Viridula. Si tratta di un insetto appartenente
all’ordine dei Rincoti, sottordine degli Eterotteri, famiglia dei Pentatomidi.
L’adulto delle cimici verdi ha un
tipico colore verde brillante, che può variare sul verde/giallastro.
L’adulto ha forma pentagonale e può
raggiungere le dimensioni di circa 15 mm.
Le cimici verdi si riproducono
attraverso un’intensa attività di ovideposizione, rilasciando le uova in gruppi
compatti di colore chiaro.
Le neanidi, altrettanto dannose
degli adulti, sono di colore nero, con punteggiature bianche sia al centro, che
in particolari file longitudinali ai bordi del corpo. A differenza delle cimici
verdi adulte che agiscono spesso da sole, le piccole neanidi nere si muovono e
provocano danni in gruppo. Banchettano spesso sulle nostre piante in gruppi più
o meno estesi, e sono molto fastidiose anche solo a guardale.
Ciclo biologico
Le cimici verdi dopo il periodo
svernante dei mesi freddi, in primavera ripartono con il loro ciclo
riproduttivo. Dopo l’accoppiamento l’attività di ovideposizione è intensa.
Questo ciclo è continuo, ciò fa sì che contemporaneamente si possano trovare
nei nostri orti le neanidi, le ninfe (gli stadi intermedi) e gli adulti.
Per questo motivo in un anno ci
possono essere più generazioni di cimici verdi. Nel nostro paese e con le
nostre condizioni climatiche, solitamente sono due.
Caratteristiche
La cimice verde è un insetto
fitofago, ossia si nutre attraverso l’apparato boccale: o succhiando la linfa e
i liquidi interni della pianta o del frutto, o attraverso l’asportazione di
porzioni della pianta stessa.
Inoltre è un insetto polifago, cioè
si nutre ai danni di un numero indefinito di specie vegetali, e non di una sola
tipologia di piante (caratteristica, questa, degli insetti monofagi, quali ad
esempio la mosca dell’ulivo).
Danni alle colture delle cimici
verdi
L’attività fitofaga delle cimici
verdi si attua attraverso le punture di nutrizione.
Le specie vegetali di nostro
interesse maggiormente colpite dall’attività polifaga delle cimici verdi sono:
le colture solanacee (pomodoro, peperone, melanzana); le leguminose; alcune
colture erbacee in pieno campo (ad esempio la bietola e il basilico); alcune
colture arboree (come ad esempio il nocciolo).
I danni alle colture sono provocati
sia dalle neanidi che dagli adulti.
Sul pomodoro, in particolare, le
punture di nutrizione causano delle tipiche punteggiature clorotiche, di
estensione variabile.
Un danno diretto che provocano le
cimici verdi sui pomodori, e in generale sui frutti, è il conferimento di un
sapore sgradevole. Un gusto amaro e acido allo stesso tempo, che rende la bacca
di pomodoro non più commestibile. Ciò avviene in seguito alla puntura,
attraverso la secrezione di un liquido ripugnante.
Oltre ai danni diretti, le piante
colpite dalle cimici verdi sono più soggette ad altre patologie, come la
batteriosi. Queste malattie trovano terreno facile su cui attecchire,
attraverso le ferite che l’insetto provoca.
Infine, come non ricordare il
cattivo odore e la sensazione sgradevole che le cimici verdi provocano quando
vengono schiacciate.
La cimice asiatica (o cinese)
Purtroppo, quella verde non è
l’unica cimice attualmente in Italia. Una nuova specie, infatti, si sta
affacciando alla ribalta dei nostri orti: la temuta cimice asiatica,
Halyomorpha halys.
Questo tipo di cimice è, per
l’appunto, di origine asiatica. Arriva negli Stati Uniti alla fine degli anni
‘90, e appare in Europa sul finire della scorsa decade. In Italia, è nella
provincia di Modena che si rinviene per la prima volta. L’anno è il 2012. Da lì
ha iniziato a diffondersi su tutto il territorio nazionale, venendo
riconosciuta volgarmente come cimice cinese.
Le cimici asiatiche hanno
caratteristiche simili alla cimici verdi. Si differenziano da quest’ultime
soprattutto per il colore, marrone marmorizzato. Oltre alla tipica cromatura, è
possibile notare anche un particolare dettaglio nella parte finale del corpo,
ossia un triangolo di colore più scuro.
Così come le cimici verdi, anche le
neanidi di cimici asiatiche sono solite raggrupparsi.
Il ciclo biologico dell’asiatica
(appartenente alla stessa categoria entomologa della Nezara Viridula) è
assimilabile a quello delle cimici verdi.
Danni alle colture e pericolosità
per le abitazioni della cimice asiatica
L’allerta e l’interesse per la
cimice asiatica nascono dopo i danni registrati su alcune colture statunitensi.
Mentre nei paesi asiatici di origine, l’insetto è considerato un infestante
occasionale della soia e di alcuni alberi da frutto, negli Stati Uniti ha
colpito oltre 300 specie di alberi da frutto, ortive ed ornamentali!
In Italia si sono già registrati
attacchi su alberi da frutto quali: albicocco, ciliegio, fichi, kiwi, melo,
melograno, nocciolo, noce, pero, pesco, susino e ulivo.
Tra le ortive danneggiate,
naturalmente, non potevano mancare il pomodoro, il fagiolo, il peperoncino, la
zucca, etc.
Così come per le cimici verdi,
anche le cimici asiatiche provocano danni attraverso le punture di nutrizione.
E anche loro lo fanno in qualsiasi stadio di sviluppo.
Riflessioni
Così come nel caso della tuta
absoluta del pomodoro (arrivata da poco direttamente dal continente
sudamericano), ci chiediamo quanto possa essere sensato effettuare scambi
commerciali internazionali tra prodotti orticoli tranquillamente coltivabili a
livello locale. L’interesse economico da salvaguardare sembra non essere
affatto quello dei contadini, che vedono i loro prodotti inevitabilmente
deprezzati per dar luogo ad esportazioni intercontinentali. Per questo tipo di
commercio, infatti, il guadagno maggiore spetta alle grandi distribuzioni che
lo gestiscono.
Sicuramente non ne giovano i
consumatori, che trovano sulle proprie tavole prodotti scarsamente controllati.
Con ancor più certezza siamo in
grado di affermare che a trarne vantaggio non sono gli ecosistemi locali, che
si trovano purtroppo invasi da insetti distruttivi a cui non sono preparati. La
stessa cimice verde, a cui tutti siamo oramai abituati, ha in realtà un’origine
esotica, anch’essa sudamericana per la precisione.
Un invito
Preso atto del meccanismo perverso
della distribuzione internazionale del settore ortofrutticolo, il messaggio che
vogliamo lanciare è quello di consumare sano e consumare locale! L’invito che
facciamo ai nostri lettori, quindi, è quello di boicottare, in primis da
consumatori, le produzioni provenienti dai mercati transnazionali. Acquistando
un pomodoro sudamericano non stiamo sostenendo un piccolo produttore del Sud
America, ma una enorme catena distributiva che sfrutta i produttori locali e
altera gli equilibri non solo dell’ecosistema, ma anche delle corrette
dinamiche economiche.
Detto ciò, possiamo passare alla
difesa biologica dalle cimici presenti nel nostro orto.
Difesa biologica dalle cimici
presenti nel nostro orto
Iniziamo l’ultima parte del nostro
articolo sulle cimici asiatiche e verdi con una considerazione. Nei manuali di
agricoltura viene indicata la lotta chimica come la via principale per
l’eliminazione di questo insetto. Questo tipo di strategia con il tempo si è
dimostrata del tutto fallimentare, portando più danni che benefici.
Come spesso accade, per alcune
specie d’insetti (come ad esempio la dorifera della patata), trattare
chimicamente ha portato ad aumentarne l’aggressività e la resistenza. Alcune
specie, infatti, hanno nel loro dna grandi capacità di adattamento e di
assorbimento dei diversi trattamenti a cui sono sottoposti. Questo comporta
spesso l’innescarsi di un circolo vizioso che costringe l’agricoltore ad
effettuare trattamenti sempre più potenti, numerosi e con principi attivi
tossici per l’intero ecosistema.
Dunque, vediamo come è possibile
attuare una difesa biologica, con la consapevolezza, però, che le cimici sono
insetti duri a morire, molto prolifici e resistenti.
Rimozione manuale
Soprattutto allo stadio di neanide
o in fase svernante, le cimici verdi e le cimici asiatiche sono solite
raggrupparsi. Quando giriamo tra i filari dei pomodori e notiamo queste
evidenti presenze, tappiamoci il naso e cogliamo l’occasione per una rimozione
manuale del neanide.
Per l’eliminazione finale, una
volta raccolte, è possibile annegarle in un secchio con acqua e sapone.
L’attrazione naturale per delle
piante da sacrificare
Come abbiamo visto
nell’introduzione sulle cimici verdi, questi insetti sono molto attratti da
diversi tipi di piante. Adorano i pomodori, intendiamoci, ma ci sono altre
piante che riescono ad attirarle maggiormente. Sfruttiamo allora questa
debolezza, per seminare delle piante spia ai margini dell’orto. In questo modo
saremo avvertiti per tempo della presenza delle cimici e contemporaneamente ne
cattureremo un bel po’.
A questo scopo un buon esempio è
il basilico.
Alla fine non costa molto spazio
seminare qualche pianta di basilico in più in qualche zona strategica. Così
facendo potremo monitorare la situazione. Inoltre potremo raccogliere agevolmente
le cimici poiché sappiamo dove potranno andare alla ricerca di cibo. Un’altra
pianta molto attraente per questo tipo d’insetto è la senape gialla.
Individuazione e distruzione dei
nidi invernali
Questi odiati fitofagi, che siano
cimici verdi o cimici asiatiche, dopo i banchetti estivi cercheranno un luogo
accogliente dove svernare. Come abbiamo visto parlando della cimice asiatica,
questo è stato un problema molto sentito negli USA. Le case in legno, infatti,
sono un fantastico rifugio naturale per degli insetti come le cimici.
A fine autunno, o in pieno
inverno, bisogna cercare nei dintorni del nostro orto, capire dove le cimici
possono aver nidificato e individuarle. Il legno, le grosse pietre, le crepe
del cemento, i mattoni forati, possono essere tutti rifugi ideali, da dove
iniziare la nostra ricerca.
Una volta individuato il nido, va
distrutto. Laddove consentito dalle modifiche
applicate al decreto legislativo
152 del 3 aprile 2006 il fuoco è a nostro parere la soluzione migliore. Bisogna
prestare però, ovviamente, la massima attenzione!
Naturalmente il fuoco è escluso se
il covo delle cimici si dovesse trovare in casa. In tal caso consigliamo tanto
coraggio e una buona dose di fortuna.
Molti consigliano di utilizzare
vecchi vestiti o lenzuola, magari di flanella, da lasciare in posti strategici
o in una vecchia cantina. Le cimici sono attratte dal tessuto e vi finiranno in
trappola, a quel punto sarà più facile raccogliere il panno con le cimici
dentro e disfarsene.
I macerati naturali
Un’altra via che vi consigliamo di
percorrere, in questo caso per allontanare le cimici dall’orto, è quella
dell’utilizzo dei macerati e preparati naturali.
Stiamo parlando del macerato
d’ortica, dell’infuso d’aglio e del macerato di foglie di pomodoro, di cui
abbiamo parlato diffusamente negli articoli precedenti.
In questo caso l’azione è
repellente e preventiva. Il contatto diretto, infatti, sortisce poco effetto a
livello di eliminazione, ma può indurre le cimici a cambiare aria.
Nessun commento:
Posta un commento