Anche a Rutigliano (Bari) si è parlato della nuova legge sul
caporalato. Il 30 dicembre scorso, nella sala consiliare del comune pugliese,
si è svolto un affollato incontro organizzato dall'assessorato all'agricoltura,
dall'Associazione regionale pugliese dei tecnici e dei ricercatori in
agricoltura e da APEO - Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli,
aderente al circuito Fruitimprese, della quale fanno parte le principali realtà
produttive e commerciali del settore ortofrutticolo pugliese.
"La legge è di difficile applicazione - si legge in una
nota di Giuseppe Valenzato, assessore all'agricoltura di Rutigliano - con
fattispecie di reato troppo indeterminate ed eccessiva discrezionalità
applicativa da parte del giudice. La legge 119/2016, cosiddetta Legge sul
Caporalato approvata il 18 ottobre scorso dalla Camera in via definitiva ed
entrata in vigore il 4 novembre, suscita allarme e preoccupazione giacché
prevede sanzioni per chi recluta manodopera per destinarla a un soggetto terzo
in condizioni di sfruttamento oppure utilizza, assume o impiega, anche tramite
intermediario, i lavoratori ed è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con
multe da 500 a 1000 euro per ciascun lavoratore, con aumenti di pena se sono
coinvolti più di 3 lavoratori o minorenni. Allarme e preoccupazione sono
evidenti soprattutto in un'area di particolare vocazione agricola come quella
del sud est barese che conta un forte impiego di manodopera e una presenza di
Pmi agricole di grande impatto economico".
Per questo il Comune di Rutigliano ha preso l'iniziativa di
avviare un confronto informativo sulla nuova legge. Tanto che si parla di
attivare tutte le iniziative
possibili per modificarne il contenuto, precisando meglio il
ruolo e le responsabilità dei datori di lavoro committenti e utilizzatori di
manodopera.
"La nuova norma dell'articolo 603 bis del codice penale
- ha spiegato durante l'incontro l'avvocato Giacomo Sgobba, illustrando il
contenuto della nuova legge - certifica uno sbilanciamento diabolico degli
interessi in campo e invoca, a carico dei trasgressori, oltre alla reclusione o
alle ammende, anche misure come la confisca dell'azienda o la figura
dell'amministratore di sostegno che sono di particolare gravità. La nuova legge
va ovviamente rispettata, ma la indeterminatezza delle fattispecie è tale che
le sanzioni potrebbero essere applicate, per esempio, non a irregolarità legate
allo sfruttamento del lavoro, ma a casi di violazione di norme in materia di
sicurezza e igiene del lavoro".
Una indeterminatezza pericolosa che lascia il giudice troppo
solo e discrezionale nell'interpretazione della norma e le categorie produttive
in una condizione di semi-paralisi. Per questo, già a metà gennaio 2017, sono
previste in provincia di Bari iniziative di sensibilizzazione sul tema per
verificare "insieme a tutti i protagonisti del settore e alle istituzioni
gli effetti veri di questa legge che - ha detto Giacomo Suglia, presidente di
Apeo - dobbiamo valutare bene. Tutti i sindaci e a salire le Prefetture devono essere
investite del problema. Mi auguro che il buon senso prevalga e ci sia un
dialogo costruttivo con le istituzioni. Serve il lavoro ma così si blocca
quello che c'è e che ancora esiste in agricoltura. Se si blocca il mondo
agricolo è la fine per questo Paese".
L'incontro tra l'On. Antonio Decaro - sindaco della Città
Metropolitana di Bari e Presidente dell'A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni
Italiani) - e il presidente Apeo, Giacomo Suglia. L'On. Decaro si è fatto
carico di un intervento presso gli organi politici e istituzionali, affinché si
possa avere la giusta interpretazione circa l'applicazione della legge contro
il caporalato.
Preoccupato anche l'onorevole Paolo Rubino che ha legato il
testo di questa legge ai contenuti del Jobs Act e a quelli della Buona Scuola
per concludere che "è in atto un attacco al mondo del lavoro in questo
Paese che dobbiamo respingere perché sta provocando solo precari".
Dal dibattito dei moltissimi agricoltori presenti, anche dei
Comuni vicini, è emersa l'insoddisfazione per quello che è stato definito il
silenzio su tutta la questione sia delle organizzazioni agricole datoriali sia
dei sindacati dei lavoratori. Di qui la necessità di "prendere - ha detto
l'assessore all'Agricoltura, Giuseppe Valenzano - tutte le iniziative civili
consentite e necessarie per individuare i correttivi. Per questo insieme ad
altri Comuni del sud barese ci stiamo muovendo per fare squadra e proseguire
nel nostro impegno responsabile e far emergere la nostra preoccupazione sul
tema, come abbiamo già fatto parlandone con il Prefetto di Bari".
L'impegno del Comune di Rutigliano sul caso non si fermerà.
"Qualche caso sporadico di caporalato - ha concluso il sindaco della
cittadina barese, Roberto Romagno – non giustifica la criminalizzazione di tutto
il settore agricolo con una legge che ovviamente si applica anche all'edilizia,
al lavoro domestico e così via. Questa norma attacca tutti e invece dobbiamo
distinguere tra chi è consapevole e chi cade in errore in buona fede. Mi auguro
perciò che le organizzazioni agricole si parlino e si confrontino e si trovi un
nuovo equilibrio. Noi rimaniamo mobilitati come Amministrazione e come
Consiglio comunale".
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