Il maltempo che si è abbattuto su tutto il Paese ha messo in
ginocchio moltissimi coltivatori. I danni si sono contati un po' ovunque.
La produzione in generale, anche in assenza di gelate, ha subito
un rallentamento a causa del freddo che, associato alle perdite di produzione,
ha determinato una flessione dell'offerta e, conseguentemente, un rialzo dei
prezzi.
Alcune associazioni di categoria, all'interno di queste
dinamiche, hanno però ravvisato elementi di potenziale speculazione. Il
Codacons ha addirittura presentato un esposto alle Procure della Repubblica
siciliane denunciando "le intollerabili speculazioni sui prezzi di frutta
e verdura registrate in questi giorni e legate al maltempo".
"Le condizioni meteorologiche avverse che hanno
interessato il nostro Paese stanno avendo pesanti ripercussioni sui listini
dell'ortofrutta all'ingrosso e al dettaglio – ha spiegato Francesco Tanasi,
segretario nazionale Codacons – In sostanza, come già avvenuto in passato,
schizzano alle stelle i prezzi di numerosi prodotti ortofrutticoli venduti nei
mercati o sugli scaffali dei supermercati, e i rialzi vengono giustificati con
il maltempo che ha interessato le coltivazioni e la riduzione delle produzioni.
Nella realtà, tuttavia, la maggior parte dei prodotti oggi in vendita è stata
raccolta nelle settimane scorse, quando cioè non vi era alcuna emergenza neve e
freddo. Addirittura vengono spacciate per nazionali frutta e verdura
provenienti da paesi esteri, allo scopo di poter rincarare i prezzi con la
scusa del maltempo".
Per quanto riguarda le colture non italiane, o comunque non
colpite dal maltempo, l'occhio vigile del Condacons potrebbe aver centrato il
segno, ma saranno gli organi inquirenti a darne contezza.
Anche il deputato nazionale Nino Minardo ha voluto dire la
sua, presentando un'interrogazione al Ministro per le politiche agricole
"al fine di avviare immediatamente interventi di tutela e salvaguardia per
i produttori e per i consumatori". "Il maltempo di queste settimane,
che ha colpito violentemente l'isola, ha determinato un grave ridimensionamento
delle consegne degli ortaggi - ha dichiarato il parlamentare siciliano - Molte
aziende agricole sono in grave difficoltà; le attività di produzione degli
ortaggi invernali costituiscono elementi fondamentali per lo sviluppo. Ciò in
alcuni casi sta comportando un sostanziale aumento dei prezzi dei prodotti
agricoli. Non solo il maltempo, ma la crisi e le malattie che hanno colpito nei
mesi passati alcune specie di prodotti (virosi del pomodoro e zucchino n.d.r.),
stanno dando il colpo di grazia definitivo al comparto, con conseguente danno
per i consumatori".
"Con i prezzi che aumentano in modo vertiginoso c'è il
rischio di forti speculazioni, per cui prodotti provenienti da paesi esteri
vengano venduti come italiani – conclude Minardo – Per questo è stato chiesto
al Ministro di monitorare questo aspetto a difesa dei prodotti made in Italy e
della salute dei cittadini. Nel contempo ho chiesto di salvaguardare le imprese
agricole che tra crisi, siccità e gelate hanno perso le produzioni e
automaticamente i profitti".
La realtà dei fatti
Per chiarire lo stato delle cose abbiamo interpellato un
conosciutissimo imprenditore dell'ortofrutta: Massimo Pavan, presidente della
Pef Srl e vicepresidente di ben due Consorzi di tutela IGP, quello del Pomodoro
di Pachino e della Carota Novella di Ispica.
"Per quanto attiene alla mia esperienza in questo
settore, e dalle analisi del mercato in questo momento storico - afferma Pavan
- non mi sembra che si possa generalizzare definendo l'innalzamento dei prezzi
come mera speculazione. Si tratta semmai della sommatoria delle molteplici
componenti nell'incontro tra domanda e offerta che, regolando le dinamiche del
mercato, determinano i prezzi. A incidere pesantemente sullo stato attuale
sono, intanto, gli esiti di un evento climatico che nella zona sud-orientale
della Sicilia ha distrutto il 60% delle produzioni di zucchino e ha creato
danni anche nel comparto del pomodoro. Qui avremo la perdita, inoltre, di due
palchi di prodotto, con un ulteriore ammanco del 20% sulle colture rimaste e un
rallentamento di almeno due mesi nella progressione della produzione, dovuta al
freddo, nelle colture illese".
"Noi produttori abbiamo subito perdite pesantissime -
aggiunge l'imprenditore - che nessuno rifonderà, nonostante le molteplici
dichiarazioni dello stato di calamità che si sono registrate nei vari territori.
Nessuno ha mai visto un soldo, in casi come questi. E neanche le assicurazioni
risarciscono alcunché nella fattispecie, come quella occorsa, in cui non vi
siano contestuali danni strutturali alle serre. Infatti le domande di
indennizzo assicurativo, presentate nella fascia trasformata, sono state
rigettate nella loro totalità. L'aumento dei prezzi porterà un beneficio solo
effimero agli agricoltori, in quanto mancando la produzione, quest'ultimi non
riusciranno a sopperire i danni subiti".
L'attuale mancanza di prodotto e il conseguente rincaro dei
prezzi - conclude Pavan - è generato anche della minor superficie di
produzione. Molti non sanno o fingono di non sapere che l'annata agraria scorsa
è stata disastrosa, con prezzi medi per il miglior ciliegino sui 60/70
centesimi di euro, mentre le altre referenze hanno sofferto molto di più. Ciò
ha comportato il crack per molte aziende; moltissime tra quelle rimaste non
hanno avuto la forza economica per affrontare quest'annata in corso, riducendo
di molto l'impianto delle loro colture. Il prodotto, peraltro, scarseggia anche
all'estero e quel poco che entra viene pagato anch'esso a caro prezzo, sebbene
meno di quello italiano. Tuttavia non bisogna mai abbassare la guardia su
fenomeni di concorrenza sleale".
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