La sericoltura che fino alla seconda guerra mondiale era
stata una importante attività agricola ed industriale è andata pian piano quasi
scomparendo , pur essendo ancora oggi esempio di un glorioso passato e una
ricchezza per il patrimonio della cultura e della tradizione, che merita di
essere tutelata e conservata.
Rappresenta inoltre una possibilità di sicuro avvenire per
un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente e dell’ecologia.
L’arte dell’allevamento del baco da seta ha origini
antichissime. La scoperta della lavorazione della seta in Cina è stata per
lungo tempo avvolta dalla leggenda. Secondo la tradizione, infatti, sarebbe
stata la sposa di Huang di, il mitico Imperatore Giallo e leggendario padre
della civiltà cinese vissuto intorno al 3.000 a.C., ad aver per prima scoperto
le proprietà del filamento prodotto dai bachi da seta.
Fu proprio la seta, il prezioso e fin dall'inizio
costosissimo tessuto dall'origine ammantata di mistero, a permettere che scambi
commerciali e culturali tra occidente e oriente cominciassero a fiorire.
All'inizio dell'estate del 53 avanti Cristo, precisamente
700 anni dopo la fondazione di Roma, sospinto dall'invidia per i trionfi
militari di Cesare e Pompeo, Marco Licinio Crasso partì alla volta della
Persia. Per quanto funesto, quel episodio segna la prima occasione in cui i
Romani vennero in contatto con la seta, con la quale erano tessute le cangianti
insegne innalzate dai guerrieri Parti.
Per secoli però i Romani non seppero nulla circa l'origine
della seta e della lavorazione necessaria per tesserla.
Nella "Storia naturale" Plinio il Vecchio dice dei
Seri (cinesi) che fossero "famosi per la lana delle loro foreste". E
aggiungeva: "Staccano una peluria bianca dalle foglie e la innaffiano; le
donne quindi eseguono il doppio lavoro di dipanarla e di tesserla". Dei
bachi, nessuna notizia.
In Cina, d'altronde, il segreto di quel prodotto così
fondamentale nei rapporti commerciali con il mondo occidentale ed era custodito
con la massima cura, tanto che l'esportazione dei bachi da seta era proibita da
una legge severissima. Solo intorno al 420 dopo Cristo, la figlia di un
imperatore si rese colpevole di un crimine che, secondo la legge, era punibile
con la morte.
Concessa in sposa a un principe di Khotan per assecondare i
desideri del marito, la "principessa della seta" riuscì a
contrabbandare le uova dei bachi da seta e i semi di gelso, nascondendoli
nell'ornamento della sua acconciatura.
Da quel giorno l’allevamento del baco da seta è andato
diffondendosi fino ad arrivare nel mediterraneo.
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