L’anno appena iniziato sarà dedicato alla messa a punto di
una strategia complessiva di settore. Senza la quale sarà ben difficile
affrontare la concorrenza europea ed extra-europea. Una occasione da non
perdere per i produttori italiani di ortofrutta, come sottolinea Paolo Bruni,
presidente di Cso, il Centro servizi ortofrutticoli.
«C’è la necessità di una regia di sistema per risolvere
problemi complessi e entrare in nuovi mercati. Tutto questo può nascere solo
dalla collaborazione tra pubblico e privato e tra quei ministeri che, ognuno
per conto proprio, hanno competenze sul settore. Non siamo all’anno zero – dice
ancora Bruni – ma dobbiamo accelerare perchè altri Paesi stanno correndo».
Con il suo bagaglio di esperienza e con una elevata capacità
progettuale, il Cso si prepara quindi a essere il centro aggregatore per le
nuove strategie. Entro aprile saranno presentati dal Cso due progetti di
promozione per i mercati di Cina e Emirati Arabi Uniti, mentre i produttori guardano
anche ad Asia e America Latina. Con una produzione complessiva di oltre 26
milioni di tonnellate di ortofrutta, con consumi interni che non vanno oltre
gli 8,5 milioni, è evidente che per frutta e ortaggi italiani la strada
dell’export (+9% nel decennio 2005/15) è fondamentale. Come lo è quello dei
consumi interni, in aumento dell’8% dal 2013 dopo anni di crisi costante,
grazie soprattutto alle nuove tendenze alimentari.
«Dopo il congelamento del Ttip, è stata data un’importante
accelerata agli altri accordi commerciali. Il Ceta, l’accordo commerciale con
il Canada, sarà ratificato dal Parlamento Ue a febbraio ed è in dirittura
d’arrivo l’accordo con il Giappone. Nei prossimi mesi si avvieranno i negoziati
con l'Australia e la Nuova Zelanda. Tutti questi accordi si riferiscono a
mercati importanti per gli sbocchi commerciali italiani: sta ora al nostro
settore ortofrutticolo essere in grado di fare sistema per saper cogliere al
meglio tutte queste opportunità», spiega Paolo De Castro, coordinatore S&D
Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Ue.
Considerato che il mercato europeo è ormai saturo, diventa
sempre più impellente allargare gli orizzonti e concentrare gli sforzi per
l’apertura di nuovi mercati, quali i Paesi del Far East, dove il Pil cresce in
misura doppia o tripla rispetto all’Europa». Impellente e fondamentale «il
rafforzamento del ruolo l’Unione europea, considerati i danni incalcolabili che
il settore dell’ortofrutta ha subito in questi anni.
Abbiamo urgente necessità, come settore, di informazioni
corrette per elaborare strategie. Il Cso possiede una base documentale unica in
Italia supportata dalle informazioni dei soci. Questo patrimonio di conoscenza
è strategico e fondamentale per individuare la strada della crescita.
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