Agricoltura di pieno campo dimezzata, migliaia di capi di
bestiame ammalati o deceduti, difficoltà nei trasporti.
L'ondata eccezionale di maltempo che sta caratterizzando
questo inizio d'anno, in particolare al Sud del Paese, potrebbe costare molto
caro al sistema agricolo nazionale.
A farlo notare è la Cia - Confederazione italiana
agricoltori, che nello scorso fine settimana ha prodotto un documento interno,
poi diffuso alla stampa, dove si stimano i danni complessivi in “ben oltre un
miliardo di euro”. E si chiede a gran voce la deroga alla non risarcibilità
degli eventi assicurabili per danni a colture, a causa dell’assoluta
eccezionalità dell’evento.
L’organizzazione agricola, per dare una dimensione del danno
cagionato nel solo mese di gennaio nelle regioni del Centro-Sud a coltivazioni,
attrezzature agricole e maggiori costi indotti dal riscaldamento supplementare,
fa un raffronto con i dati del Fondo di solidarietà nazionale, che nel periodo
2007-2012 ha risarcito danni per circa 6 miliardi tra produzione, strutture e
infrastrutture agricole in tutta Italia.
In pratica, in un pugno di regioni italiane, tra Abruzzo e
Sicilia, in meno di un mese si potrebbero registrare un sesto dei danni subiti
dall’intera agricoltura nazionale nei sei anni compresi tra 2007 e 2012.
“La breve tregua al freddo non ha portato alcun sollievo e
in queste ore nei campi si torna largamente a temperature sotto lo zero.
Agricoltura di pieno campo dimezzata se non azzerata in molte zone del
Meridione, migliaia di capi di bestiame ammalati o deceduti a causa del gelo e
ancora tante difficoltà nei trasporti – sottolinea il documento, dove si fa
notare - anche nelle serre, dove le strutture stanno reggendo e non sono
crollate sotto il peso della neve, si produce ma a costi energetici molto
alti”.
Il presidente della Cia, Dino Scanavino, anche con
riferimento ai danni cagionati dal freddo nelle aree già colpite dal terremoto,
dice: “La situazione è grave e preoccupa. Stiamo attivando azioni di pressione
e sensibilizzazione verso il Governo, affinché si definiscano tutte quelle
misure nazionali ed europee che possano portare sollievo agli imprenditori e
alle aziende colpite”.
“Ora a preoccupare, oltre all'emergenza di questa fase, è
come le piante da frutta reagiranno ai picchi di freddo. C'è il rischio
concreto di un'onda lunga che inciderà pesantemente sulle produzioni
primaverili. Per questo si chiede alle istituzioni di intervenire con rapidità
ed efficienza per evitare il default nei campi – si sottolinea nel documento
dell’organizzazione agricola - trovando strumenti commisurati all'entità dei
danni che si stanno sommando”.
Del resto, la Cia della Puglia, una delle regioni più
colpite dal maltempo, ha suggerito - per lo stanziamento di risorse
straordinarie - una deroga all'articolo 5 del decreto legislativo 102/2004
(Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali) sugli eventi
assicurabili per i danni a colture. “Tanto più che le perdite su ulivo, vite e
agrumi vanno calcolate tenendo conto che si ripercuoteranno per i prossimi quattro
anni" sottolinea la Cia.
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