
GELATE
Per quanto riguarda le misure relative ai danni causati
dalle gelate 2018, specie per le aziende olivicole del Nord Barese,
Confagricoltura Puglia ha individuato le priorità.
La declaratoria
“Posto che la determina per la declaratoria di calamità deve
prevedere uno specifico richiamo alla legge 44 e che quindi va riscritta ex
novo – spiega Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura Bari-Bat –
abbiamo chiesto che si proceda in brevissimo tempo”. Per il prossimo 16 giugno
è fissata per le aziende la scadenza dei pagamenti dei contributi. “Con quella
di giugno, moltissime aziende si troverebbero ad avere ben tre cartelle scadute
nel 2019 – spiega Lacenere – Per questo la declaratoria che sospende i
pagamenti dei contributi intervenga prima di quella data”. La regolarità
contributiva Altra questione urgente, la valutazione della regolarità dei Durc
(Documento unico di regolarità contributiva) per le aziende che hanno subito i
danni delle Gelate, rispetto alle domande del Psr per le misure strutturali e a
superficie. “È evidente che un’impresa danneggiata da una calamità, come quelle
del Nord Barese – spiega il presidente di Confagricoltura Bari-Bat – non sarà
quest’anno in regola con il Durc. Abbiamo posto la questione, perché non
vorremmo che qualche zelante funzionario della Regione escluda le domande alle
misure del Psr di queste aziende”.
Il de minimis
Nel corso della riunione di ieri si è anche discusso della
possibilità di derogare, per le aziende toccate dalle Gelate 2018, al regime
del de minimis. “La legge 44 prevede un contributo di 750 euro per ettaro –
spiega Lacenere – Applicando il de minimis la soglia massima raggiungibile
sarebbe di 15mila euro, sufficienti a coprire un’azienda di massimo 20 ettari:
una forte sperequazione a danno delle aziende di maggiori dimensioni, che nel
Nord Barese sono assai diffuse”.
I dati sui danni
Dalla riunione è emersa poi l’insoddisfazione delle
associazioni agricole per le modalità con le quali i funzionari regionali hanno
conteggiato i danni delle Gelate, basandosi su un dato medio produttivo di 40
quintali di olive per ettaro e portando così alla stima contenuta del Decreto
Emergenze di 180 milioni di euro di danni. “Noi abbiamo sempre parlato di
minimo 600 milioni di danni, parametrati su una capacità produttiva media di 80
quintali per ettaro – dice Michele Lacenere – È chiaro che non abbiamo più
tempo per modificare il Decreto. Ma chiediamo che errori del genere non se ne
commettano più e soprattutto che questi dati non siano presi a riferimento
storico per fare eventuali future valutazioni”.
XYLELLA
Espianti e reimpianti
Molto soddisfatto si dice Pantaleo Greco, presidente della
Federazione nazionale Olivicolo-Olearia di Confagricoltura e delegato della
Giunta nazionale per il dossier Xylella, per la completa liberalizzazione degli
espianti in zona infetta. “Siamo invece preoccupati – aggiunge – per il
lunghissimo iter che si prospetta per coloro che dovranno reimpiantare in zona
soggetta a vincolo paesaggistico. Il Decreto non prevede alcuna accelerazione
in questo caso e le aziende saranno comunque costrette a passare per la
richiesta alle Soprintendenze”.
I 300 milioni di euro
Particolare attenzione ha richiesto Confagricoltura Puglia
rispetto all’allocazione delle risorse stanziate per la Xylella. “Da quello che
è emerso dalla riunione, i fondi a disposizione – spiega Greco – potranno
essere utilizzati solo per investimenti. Ma è fuor di logica che quei denari
non siano priori tariamente usati per gli indennizzi. Come fa un’azienda ferma
da 5-6 anni a investire se prima non si rimette in sesto?”. Positiva invece per
Confagricoltura la previsione di misure ad hoc per le piccole imprese – che nel
Salento rappresentano il 35% del tessuto produttivo agricolo – per forme di
unione, dalle cooperative alle organizzazioni produttive.
Tempi rapidissimi
Per quanto riguarda la Xylella, scadenze fissate non ce ne
sono. Ma, dice Pantaleo Greco, “specie per quel che riguarda la misura 5.2,
abbiamo bisogno che si proceda entro le prossime settimane, con la stagione
delle piantumazioni ancora in corso. Un ennesimo ritardo ci farebbe saltare
anche la prossima campagna 2019-2020. Non ce lo possiamo permettere”.