
La lotta alla xylella, sottolineano gli esperti Efsa nei
documenti con cui aggiornano allo stato attuale delle conoscenze scientifiche
altrettanti rapporti del 2015, è complicata dal ritardo con cui si manifestano
i sintomi. Controllo degli insetti vettori e corretta e tempestiva applicazione
delle misure di emergenza attualmente in vigore a livello Ue (taglio delle
piante infette e di quelle suscettibili di infezione nel raggio di 100 metri)
risultano quindi decisive. Le simulazioni condotte dal panel Efsa suggeriscono
che l'eradicazione potrebbe essere ottenuta anche con un raggio inferiore ai
100 metri, ma solo in caso di diagnosi precoce della malattia, controllo degli
insetti vettori molto efficiente per adulti e larve, rimozione immediata delle
piante. Al contrario, se il vettore è scarsamente controllato, anche nel caso
del raggio di taglio attuale, l'eradicazione potrebbe fallire. Ridurre le zone
tampone, quelle che separano l'area infetta dall'area indenne, aumenta
drasticamente la probabilità di espansione dell'epidemia. Il batterio xylella
fastidiosa, capace di infettare oltre 500 specie vegetali in tutto il mondo con
100 milioni di dollari l'anno di danni calcolati solo sui vigneti californiani,
è stato individuato per la prima volta in Europa nel 2013 in Salento, in
Puglia, quale responsabile della sindrome di disseccamento rapido degli ulivi.
Nel 2015 il batterio è stato identificato in Francia, in
Corsica e nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Nel 2016 è stata la volta
delle Baleari, con infezione di ulivi, viti e mandorli, e di una serra in
Germania. Le piante nel focolaio tedesco sono state distrutte e il batterio
eliminato, operazione resa più semplice dal fatto che si trattava di un vivaio
e non di una vasta area, come accade in Puglia o nella Spagna sud-orientale,
dove nel 2017 il batterio viene trovato sui mandorli nella provincia di
Alicante, con l'area dell'epidemia che oggi supera i 134mila ettari. Nel 2018,
la Spagna ha notificato la presenza del patogeno in un ulivo situato nella regione
autonoma di Madrid, e nello stesso periodo un vivaio belga distruggeva tutti
gli ulivi in azienda dopo averne trovato uno infetto. All'inizio del 2019 sono
stati segnalati due nuovi focolai, uno in Toscana sul Monte Argentario e
l'altro nel distretto di Porto in Portogallo su piante ornamentali e spontanee.
Coldiretti: avanza 2 km al mese. "E' avanzato
inesorabilmente verso Nord a una velocità di più 2 chilometri al mese il
contagio della Xylella che già provocato, con 21 milioni di piante infette, una
strage di ulivi lasciando un panorama spettrale con perdite di tempo, annunci,
promesse e inutili rimpalli di responsabilità". E' quanto afferma la
Coldiretti nel commentare le conclusioni di due pareri dell'Autorità europea
per la sicurezza alimentare (Efsa). Dall'autunno 2013, data in cui è stata
accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, "la malattia -
sottolinea Coldiretti - si è estesa senza che venisse applicata una strategia
efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi
leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando
pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari, con effetti disastrosi
sull'ambiente, l'economia e sull'occupazione".
Il conto dei danni causati dalla Xylella in Italia è salito,
secondo la Coldiretti, a 1,2 miliardi di euro. "Con l'importante
approvazione del Decreto emergenze, profondamente modificato rispetto
all'impostazione iniziale, serve ora - chiede Coldiretti - un deciso cambio di
passo per sostenere gli agricoltori colpiti dell'area infetta che vogliono
soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e
burocrazia".
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