
Per salvare la maggior parte di questi frutti che fanno
'tanto estate', avverte il Crea, la condizione ora è che smetta di piovere.
Coltivate in Italia su circa 30 mila ettari, le ciliegie vantano una produzione
annua media di 120-130 mila tonnellate, concentrata per l'85% in Puglia,
Campania, Emilia Romagna e Veneto.
Tante le varietà, ognuna con sapori, colori e tempi di
maturazione diversi, come fa sapere l'Ismea, presentando una sorta di borsino
2019, dove però è ancora presto prevedere quantità e prezzi. Si scopre così che
la varietà Ferrovia, tipica della metà di giugno considerata la regina di
questi frutti, al momento non presenta danni; la Bigarreau, invece, essendo di
maggio, ha subito il maltempo che ha compromesso quasi il 90% del raccolto;
sulla varietà Giorgia a maturazione media, invece, si riscontrano fenomeni di
cracking, la spaccatura del frutto.
"Le piogge intense del periodo hanno amplificato il
cracking", spiega all'ANSA la ricercatrice del Crea, Daniela Giovannini,
"essendo cadute sui frutti in fase di maturazione". A oggi, di fatto,
non esistono varietà di ciliegie resistenti a questo fenomeno; alcune risultano
meno suscettibili di altre come Samba, Kordia e Regina, ma in casi estremi si
spaccano tutte. "Se smettesse di piovere oggi - precisa la ricercatrice -
le varietà che verranno raccolte a partire dai primi di giugno potranno ancora
presentare qualche danno difficile da stimare con precisione, mentre quelle dal
10 giugno in avanti, epoca di raccolta media e medio-tardiva, non dovrebbero
manifestare il problema".
Ad essersi salvate dal maltempo sono gli impianti di
coltivazione più all'avanguardia, dove i produttori si sono organizzati per
tempo stendendo dei teloni di plastica anti pioggia impermeabili a protezione
che richiedono ingenti investimenti dai 20 ai 30 mila euro ad ettaro. A
Vignola, nel modenese, ad esempio circa il 35% degli impianti hanno questi teli
di copertura utilizzati anche in Veneto e Trentino; una protezione utile per
difendere le ciliegie da piogge e grandine, ma anche dagli insetti come la
Drosophila suzukii, il moscerino killer giapponese presente purtroppo in
diverse parti d'Italia.
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