I Paesi membri dell'Ue hanno approvato la proposta della
Commissione europea che introduce il divieto di utilizzo all'aperto di tre
pesticidi perché nocivi per le api. L'impiego dei principi attivi
(imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, noti come neonicotinoidi), che è
molto diffuso in agricoltura, sarà consentito solo in serra. La decisione segue
restrizioni già imposte dall'Ue nel 2013.
L'Italia ha votato in favore della proposta di divieto
insieme ad altri 15 paesi. Lo stop ai tre pesticidi, che sarà applicabile dalla
fine del 2018, arriva dopo due tentativi falliti da parte della Commissione di
mettere ai voti la sua proposta e due pareri dell'Efsa circa i rischi che
questi principi attivi comportano per le api. I neonicotinoidi sono sostanze
insetticide molto usate in agricoltura e risultano più tossici per gli
invertebrati, come gli insetti, che non per mammiferi, o uccelli.
I paesi membri dell’Unone Europea si sono espressi in merito
all’uso dei principi attivi neonicotinoidi, ed hanno accolto la richiesta della
Commissione UE di restringerne l’impiego. Verificato scientificamente che
queste sostanze costituiscono una seria minaccia per le api, è stato deciso che
d’ora in avanti l’imidacloprid, il clothianidin ed il thiamethoxam potranno
venir utilizzati solo all’interno di serre specifiche, dove il contatto con
questi insetti impollinatori è ridotto a zero. Mentre ne è stato vietato l’uso
all’esterno e da qualsiasi altra parte.
Vytenis Andriukaitis, uno dei membri della Commissione per
la Health and Food Safety, ha salutato con un sorriso il voto di questa mattina
ed ha commentato: “La Commissione Europea aveva proposto di prendere queste
misure già mesi fa, sulla base di un parere scientifico della Health and Food
Safety. Il benessere e la sopravvivenza delle api rimangono questione di
primaria importanza poiché coinvolgono tematiche quali la biodiversità, la
produzione alimentare e naturalmente la cura dell’ambiente.
Solo qualche giorno fa, il 25 aprile, era inziata una
raccolta firme sul sito di Avaaz, che aveva raggiunto in breve tempo quasi
cinque milioni di firme. Nella petizione si leggeva “Vi chiediamo di vietare
immediatamente l’uso dei pesticidi neonicotinoidi. La drastica diminuzione
delle colonie di api rischia di mettere in pericolo la nostra intera catena
alimentare. Se prenderete provvedimenti urgenti con precauzione ora, potremmo
salvare le api dall’estinzione”. Degna di nota ed interessante a leggersi è
anche la lettera di fine marzo che un gruppo di autorevoli scienziati aveva
indirizzato per le medesime ragioni agli stati ed alle istituzioni europee,
riportata integralmente in un articolo de’ La Stampa.
Queste sostanze attive vengono utilizzate per proteggere i
prodotti di piante dall’azione di alcune tipologie di insetti. A differenza di
quelli classici da contatto, i quali vengono applicati e rimangono solo sulla
superficie della foglia, i neonicotinoidi sono insetticidi sistemici. Vengono
assorbiti dalla pianta e trasportati ovunque. Alle foglie, alle radici, al
gambo, al fiore, fin’anche al polline ed al nettare. Sono tossici soprattutto
per gli invertebrati, di cui fanno parte gli insetti, mentre generalmente i
mammiferi, gli uccelli e gli altri animali superiori ne risentono in misura
minore. Nello specifico attaccano il sistema nervoso dell’invertebrato,
conducendolo all’eventuale paralisi o alla morte. Il loro nome viene abbreviato
come “neonics” o “NNIs” e significa letteralmente “nuovi insetticidi
nicotina-simili”, in quanto chimicamente sono analoghi alla sostanza.
In un comunicato ufficiale dello scorso 28 Febbraio, l’EFSA,
la European Foood Safety Authority, aveva mostrato la necessità di rivedere ed
ampliare le restrizioni già avallate dalla Commissione Europea nel 2013. Per le
nuove valutazioni, che questa volta riguardavano le api selvatiche (bombi e api
solitarie) e le api mellifere, l’Unità “Pesticidi” dell’EFSA ha effettuato
un’estesa attività di raccolta dati, che ha compreso la revisione sistematica
della letteratura scientifica al fine di raccogliere tutte le evidenze
pubblicate dopo le precedenti valutazioni. Jose Tarazona, responsabile
dell’unità Pesticidi, aveva dichiarato: “La disponibilità di una quantità così
estesa di dati e le nostre linee guida ci hanno permesso di giungere a
conclusioni molto dettagliate. In queste vi è un po’ variabilità dovuta a
fattori come la specie delle api, l’uso previsto del pesticida ed il grado di
esposizione. In alcuni casi i rischi sono più bassi, ma nel complesso è stato
confermato il rischio per i tre tipi di api oggetto delle nostre valutazioni.”
L’EFSA ha portato a termine le proprie conclusioni dopo aver
condotto distinte consultazioni con esperti di pesticidi degli Stati membri
dell’UE, i quali hanno convalidato tali conclusioni. Come per le precedenti
valutazioni, l’esposizione delle api alle sostanze è stata valutata attraverso
tre vie: residui nel polline e nettare di api; deriva della polvere durante la
semina/applicazione dei semi trattati; e consumo di acqua.
Nessun commento:
Posta un commento