Essere imprenditori agricoli oggi vuol dire confrontarsi con
la sfida di usare la ricerca e le nuove tecnologie, e di farlo in modo
sostenibile. Lo scenario è quello della cosiddetta “agricoltura di precisione”,
un metodo che utilizza le tecnologie più avanzate per analizzare puntualmente
le caratteristiche del suolo, così come di una pianta o di un animale, e
adottare le scelte più opportune per raggiungere gli obiettivi, nel rispetto
dell’ambiente e della salute dell’uomo. In questo settore le esigenze di
formazione da parte degli operatori stanno crescendo in modo esponenziale.
Incrocia questa domanda di innovazione il progetto
“Sustainable Precision Agriculture: Research and Knowledge for Learning how to
be an agri-Entrepreneur (SPARKLE)”, ricerca a guida Unifi finanziata insieme ad
altri diciannove progetti all’interno del Bando Erasmus+ – Key Action 2 –
Knowledge Alliances. L’obiettivo è ambizioso: sviluppare la prima piattaforma
europea di e-learning sull’agricoltura di precisione, fornendo così uno strumento
di libero utilizzo per le imprese che vogliano impiegare le innovazioni
tecnologiche per i diversi settori della produzione del vino, dei cereali,
della frutta e dell’olio.
La digitalizzazione e l’introduzione di tecnologie avanzate
nel settore agricolo costituisce una rivoluzione – spiega Marco Vieri,
responsabile scientifico di SPARKLE e docente di Meccanica agraria al
Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF) –
paragonabile alla meccanizzazione del lavoro dei campi, quando si passò dagli
strumenti a trazione manuale o animale ai macchinari agricoli. Il fenomeno
comporta anche un cambio di mentalità e la nascita di nuove figure come
l’agroelettronico o l’agroinformatico, che saranno molto ricercate.
“Attraverso il possesso dei dati, l’uso dei sistemi
informatici geografici e l’impiego della geolocalizzazione satellitare –
prosegue Vieri – è possibile procedere all’esame del terreno e delle colture e
differenziare la gestione e gli apporti di input (acqua, nutrienti, quantità di
seme) nella misura in cui è necessario. I risparmi si aggirano attorno al
50-70% rispetto alla tecnica convenzionale di applicazione uniforme dei
nutrienti su tutto l’appezzamento”.
Il progetto – che si inquadra nella strategia europea del
rafforzamento della cooperazione tra mondo accademico e imprenditoria –
coinvolge altri 10 partner ed è finanziato complessivamente con quasi 800.000
euro, di cui circa 150.000 destinati all’Università di Firenze. Fra i
partecipanti figurano la Spagna (Politecnico di Madrid e CSIC – research center
and mechanization di Madrid), la Grecia (Aristotle University of Thessaloniki),
il Portogallo (University of Evora). “Ma sono compagni di avventura anche tre
aziende agricole – una italiana, una portoghese, una greca – con cui
verificheremo la validità del nostro progetto, e tre società informatiche e di
management”.
“Per capire di cosa stiamo parlando nella pratica – aggiunge
Vieri – basti pensare che l’agricoltura di precisione permette di utilizzare
droni per il trattamento con antiparassitari o di distribuire sostanze
nutrienti con l’irroratrice robotizzata in quantità variabili e proporzionali
alla quantità di vegetazione presente nelle diverse fasce verticali.
Analogamente una particolare macchina vendemmiatrice permette la raccolta
differenziata di uve sulla base di mappe digitali che identificano le zone a
diversa qualità all’interno del vigneto: ciò consente di ottenere prodotti di
diversa qualità e prezzo. Ma tutte queste innovazioni portano anche ad un risparmio
in termini di combustibile e di emissioni di CO2”.
Fonte: Unifimagazine
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