Export agroalimentare italiano extra Ue al 36%. Per crescere
nuovi accordi bilaterali e stop a barriere. Presenti il ministro Maurizio
Martina e il direttore Politiche internazionali della DG Agri della Commissione
europea John Clarke.
Si è tenuto a Roma il primo appuntamento con GROW! –
l'Action Tank di Agrinsieme, coordinamento nazionale che riunisce Cia,
Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative e Copagri. GROW! è la nuova
piattaforma attraverso cui Agrinsieme intende mettere a disposizione dei decisori
pubblici e dei propri associati un innovativo laboratorio di riflessione sulle
policy che influenzano il futuro del settore. Presenti all'iniziativa il
ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e John Clarke, direttore
Politiche internazionali della DG Agri della Commissione europea, oltre a 40
rappresentanti delle aziende aderenti.
GROW! è un format innovativo poiché permette un confronto
diretto tra gli imprenditori e i decisori su un tema strategico come il
commercio internazionale", ha dichiarato Giorgio Mercuri, coordinatore
nazionale di Agrinsieme. "Imprese e cooperative agricole possono trarre
grandi benefici dall'apertura dei mercati e il ritorno ai protezionismi avrebbe
un impatto negativo sul settore, nonché sui consumatori. Siamo convinti che gli
accordi di libero scambio debbano essere basati su principi di equilibrio e
reciprocità e avere come principale obiettivo l'eliminazione delle barriere
tariffarie e non tariffarie, che, di fatto, risultano essere l'ostacolo
maggiore all'export dei nostri prodotti. Occorre fissare allo stesso tempo
principi base a livello europeo e salvaguardare le certificazioni di qualità.
La chiusura degli accordi di libero scambio, inoltre,
dovrebbe essere preceduta -secondo Agrinsieme- da una valutazione complessiva e
dinamica di impatto elaborata dalla Commissione europea e condivisa con il
mondo produttivo. È poi necessario lavorare ad una armonizzazione delle
procedure, della documentazione e degli standard sanitari e fitosanitari e
posta una particolare attenzione al contrasto alla contraffazione, per tutelare
la reputazione delle produzioni agroalimentari europee nei confronti dei
consumatori e dei mercati internazionali.
L'incontro si è aperto con la presentazione di uno studio
condotto da Nomisma e presentato dal direttore Area Agricoltura e Industria
Alimentare Denis Pantini, focalizzato sugli accordi commerciali regionali e sul
ruolo dei Paesi terzi per gli scambi di prodotti agroalimentari dall'Unione
europea e dall'Italia. La Ue ha concluso al momento 30 accordi con altri Paesi,
mentre 43 sono provvisoriamente in vigore (tra cui quello recente con il
Canada) e 20 risultano in fase di negoziazione. In termini di rilevanza, il
settore si conferma tra i più incisivi: nel 2016, la Ue ha esportato prodotti
agroalimentari verso Paesi terzi per un valore complessivo di 125 miliardi di
euro, diventando il secondo esportatore mondiale dopo gli Stati Uniti. Vini e
bevande, pasta e prodotti da forno, carni, formaggi rappresentano i principali
prodotti esportati, con una prevalenza di quelli trasformati (81%) rispetto ai
beni primari (19%).
I dati evidenziano inoltre l'importanza dei Paesi terzi per
l'agroalimentare italiano: su un totale di 30,9 miliardi di prodotti food &
beverage esportati nel 2016, l'incidenza dei mercati extraeuropei è stata pari
al 36%. Le esportazioni verso l'interno e l'esterno della Ue sono cresciute
complessivamente del 150% dal 2000 al 2016. Olio d'oliva e vino sono i prodotti
Made in Italy per i quali i Paesi terzi detengono un peso superiore alla media
(rispettivamente 65% e 48% dell'export). Per alcune denominazioni di
particolare prestigio, come i rossi Dop della Toscana e i bianchi Dop di
Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, l'incidenza dei mercati non-Ue
supera il 60% dei valori esportati.
Lo studio di Nomisma mette in luce anche, come ha spiegato
Denis Pantini, "le opportunità di tutelare le indicazioni geografiche nel
quadro degli accordi di libero scambio: grazie al recente accordo Ue-Canada
(Ceta), il prosciutto di Parma Dop può ora accedere al mercato canadese con la
propria denominazione, mentre quelli già in commercio non prodotti in Italia
non potranno riportare sull'etichetta elementi evocativi del nostro
Paese".
John Clarke, direttore Politiche internazionali della DG
Agri della Commissione europea, ha dichiarato che la Commissione "si
attende di portare a termine entro il 2020 tutti gli accordi di libero scambio
ora in discussione e che le misure ivi previste entrino a pieno regime entro il
2030. La Commissione sta inoltre puntando molto sulla promozione
dell'agroalimentare europeo attraverso missioni di alto livello finalizzate ad
aprire diversi mercati emergenti".
Agrinsieme, costituita dalle organizzazioni professionali
Cia, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative
Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta
riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare,
rappresenta due terzi delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della
produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e oltre 800mila
persone occupate. È stato costituito il 9 gennaio 2013 ed ha ampliato la sua
rappresentatività il 9 giugno 2015 con l'adesione di Copagri.
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