Tenuto conto che, a livello mondiale, in base ad una serie
di analisi recentemente effettuate, è ormai chiaro che l’estensione di nuovi
terreni da destinare all’agricoltura sono limitati ad un possibile incremento
di non più del 5% del totale attuale, a meno di provocare gravi squilibri
ambientali. Non resta che concludere che sarà necessario perseguire un
ulteriore aumento della produttività dei terreni agrari già esistenti.
L’incremento della produttività alimentare verificatosi
dagli anni ’50 a metà anni ’80 dovrebbe fornire agli attuali responsabili dello
sviluppo umano una chiara indicazione sul da farsi: solo con un nuovo ed
adeguato sforzo finanziario, che permetta un ulteriore importante contributo
alla ricerca applicata nei vari settori coinvolti, si potrà fornire all’umanità
il cibo necessario per il prossimo futuro.
Già nel 52° volume della rivista “Crop Science” del
Maggio-Giugno 2012, ben 18 membri della Crop Science Society of America hanno
pubblicato una nota riguardo i principali problemi della produzione vegetale,
che si dovranno affrontare nell’attuale secolo. Questa pubblicazione riassume
una serie di studi ed incontri scientifici che questa Società ha condotto dal
2009 al 2012. Riteniamo utile riportare in sintesi i risultati, anche perché dopo
5 anni le cose non sono certo cambiate.
La pubblicazione, dopo di aver sottolineato che l’obiettivo
fondamentale della Società umana è “assicurare una adeguata e sostenibile
produzione di cibo per l’uomo, di alimenti per gli animali domestici, di energia
e di fibre per la sempre crescente popolazione mondiale”, ha identificato 6
grandi sfide e quindi obiettivi fondamentali da conseguire in futuro con
strumenti, tecnologie e soluzioni adeguate a risolvere appunto tali principali
future problematiche del settore. Riteniamo inoltre che i suggerimenti avanzati
possano avere una valenza globale, non solo limitata agli USA.
La prima sfida è stata identificata nella selezione e
costituzione di specie e varietà che possano adattarsi ai nuovi cambiamenti
climatici attesi, cioè agli stress abiotici. Tutto ciò con particolare
riferimento ad ottenere conoscenze di base riguardo caratteri, geni e
germoplasma che possano essere utili per controllare tali importanti
cambiamenti, con particolare riferimento ai due principali stress ambientali:
temperature estreme e siccità. Dovranno essere costituite cultivar che
permettano di ottenere produzioni valide anche in presenza di tali stress. Per
raggiungere lo scopo saranno necessarie strutture e personale esperto dedicati a
tali problemi, per sostenere la ricerca che dovrà essere necessariamente a
medio e lungo termine e comprendere le specie più importanti.
La seconda sfida è rappresentata dallo sviluppo di cultivar
resistenti agli stress biotici. La globalizzazione dei mercati, le pratiche
agronomiche generalmente applicate, l’omogeneità di buona parte del materiale
genetico oggi utilizzato, il continuo evolversi genetico e fisiologico dei
parassiti vegetali ed animali che periodicamente superano le difese delle
specie agrarie, rendono le produzioni sempre più legate a tecnologie genetiche,
biologiche e chimiche complesse e costose. Con la ricerca potranno essere
identificate resistenze più efficaci e durature, realizzando una maggiore
stabilità delle produzioni ed una migliore salubrità dei prodotti alimentari
ottenuti.
La terza sfida è stata identificata nella costituzione di
nuove cultivar capaci di produrre anche in suoli marginali e difficili, di
scarsa fertilità, con più limitati input esterni (in particolare di acqua e
fertilizzanti, con particolare riferimento all’azoto).
La quarta sfida è stata identificata nel miglioramento dei
sistemi di coltivazione. L’agricoltura è da sempre soggetta a cambiamenti
legati alle varie e diverse pratiche agricole (specie allevate, lavorazioni del
suolo, irrigazione, consociazioni, uso di vari fertilizzanti, controllo delle
infestanti e dei parassiti ecc.). Si dovranno identificare le pratiche più
idonee ad ottenere sistemi di coltivazione più semplici, più economici e più
produttivi e che, al tempo stesso, siano più sostenibili e tali da garantire la
produttività e la qualità dei prodotti anche in futuro. Le pratiche agronomiche
legate alla sostenibilità delle coltivazioni, in particolare con la limitazione
delle lavorazioni dei suoli, le semine sul sodo, ecc., potranno portare un
contributo importante.
La quinta sfida è rappresentata dalla produzione di
biocombustibili. La coltivazione di vegetali per ottenere energia, da
utilizzare anche nella produzione agricola, in un prossimo futuro, è destinata
ad aumentare. Le specie coltivate che possono fornire prodotti da convertire in
etanolo ed in biodiesel dovranno essere ottimizzate per produrre con minimi
apporti di input ed usando aree marginali. Si dovrà minimizzare anche la loro competizione
con le specie alimentari, utilizzando anche i sottoprodotti di specie
alimentari ed utilizzando idonee specie perennanti. I biocombustibili potranno essere sempre più
utili e necessari in aree povere e lontane dalle fonti energetiche convenzionali.
La sesta sfida riguarda la conservazione e l’utilizzo delle
Biorisorse esistenti.
Buona parte dei risultati ottenibili nelle precedenti sfide
è legata alla disponibilità di germoplasma vegetale presente nelle specie
coltivate ed in quelle selvatiche affini e nella conoscenza genomica che man
mano potrà fornire informazioni sui geni utili da utilizzare col Miglioramento
Genetico, quali ad esempio la perennità nei cereali e nelle principali specie
alimentari, oggi annuali. Una strategia che coinvolga competenze complementari
nella conoscenza del germoplasma finora utilizzato e quello che potrebbe
contribuire alla soluzione di vari problemi legati al controllo ed alla
utilizzazione di ambienti difficili e marginali, sarà fondamentale per il
progresso necessario.
Tutte queste sfide primarie identificate dovrebbero
rappresentare aree prioritarie di ricerca per sopperire alle future necessità
alimentari umane. Resta ovvio che queste aree di intervento dovranno poter
disporre di finanziamenti pubblici e privati adeguati in quantità e con la
continuità necessarie e di strutture di ricerca dotate di tutte le necessarie
competenze opportunamente coordinate in programmi finalizzati di appropriata
durata.
Di fronte ad una domanda di cibo che implica un
coinvolgimento globale anche sull’ambiente e sulla salvaguardia delle risorse
naturali, è nostro dovere sottolineare l’importanza dell’obiettivo da
raggiungere e di intensificare il dialogo con l’intera Società umana, che dovrà
provvedere a fornire le risorse necessarie per una soluzione tempestiva del
problema alimentare presente e futuro. Ed è anche per questa ragione che
abbiamo ritenuto importante diffondere queste informazioni.
Autore: Alessandro Bozzini
Fonte: Accademia dei Georgofili
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