
«Con l’innalzamento, infatti, della soglia necessaria a far
scattare l’obbligatorietà della documentazione e informazione antimafia si
salvaguardano gran parte delle aziende agricole del Paese dal rischio di
perdere i fondi comunitari», prosegue Agrinsieme.
«La preoccupazione maggiore era riferita al possibile
inasprimento burocratico e al rischio di blocco dei pagamenti per centinaia di
migliaia di aziende agricole, derivante dalla mancata produzione della
richiesta documentazione antimafia, che le imprese sono tenute a fornire per
poter accedere ai contributi comunitari; parliamo di un carico burocratico che
avrebbe gravato su 135.000 imprenditori agricoli», fa notare il coordinamento.
«Si tratta dunque di un primo passo importante che recepisce
un’istanza molto sentita dal mondo agricolo, della quale Agrinsieme si è fatto
portavoce in più occasioni e che ha chiesto durante una recente audizione in
Commissione Affari Costituzionali del Senato – ricorda il coordinamento,
spiegando che – con questa proroga si tutelano le piccole e medie aziende
agroalimentari italiane da ulteriori ingolfamenti nell’erogazione degli aiuti
comunitari, essenziali per la sopravvivenza delle imprese».
«Ci auguriamo ora che questa misura venga confermata anche
durante l’esame del provvedimento alla Camera e che il Governo utilizzi questa
ulteriore proroga per individuare misure strutturali e definitive utili a far
sì che la produzione della certificazione antimafia non rappresenti una
ulteriore ed eccessiva complicazione burocratica per il comparto
agroalimentare», conclude Agrinsieme.
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