“Agrinsieme, anche a seguito della lettera di messa in mora
- prima fase della procedura d’infrazione - notificata dalla Commissione
Europea al Governo per presunti inadempimenti nell’attuazione della cosiddetta
Direttiva nitrati, la 91/676/CEE, ritiene che la questione debba essere
affrontata da subito ai massimi livelli per evitare inutili e dannosi
contenziosi, nonché ulteriori problemi alla zootecnia italiana e al settore
agricolo e agroalimentare”. Questa la posizione espressa dal coordinamento che
riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle
Cooperative Agroalimentari, illustrata in occasione dell’audizione informale in
Commissione Territorio, ambiente e beni ambientali del Senato della Repubblica
nell’ambito dell’esame dell’affare assegnato sui nitrati di origine agricola.
“In attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni della
procedura di infrazione, l’intero sistema politico italiano deve prendere le
difese del comparto zootecnico e di tutta la filiera, sostenendo presso la
Commissione Europea la sostanziale revisione di una direttiva ormai ampiamente
datata e che ha causato numerose problematiche e la necessità di ricorrere a
deroghe”, sottolinea Agrinsieme.
Ad avviso del coordinamento, “occorre superare una serie di
disposizioni eccessivamente restrittive e procedere a una delimitazione delle
zone vulnerabili da nitrati di origine agricola che tenga conto solo
dell’effettivo contributo del settore; bisogna inoltre evitare che a causa di
impostazioni che vedono la zootecnia come unico settore da controllare, si
assista ad esempio alla riduzione del comparto bufalino, che rappresenta uno
dei principali settori produttivi, in particolare della regione Campania”.
Agrinsieme chiede di: “applicare correttamente quanto
previsto dal DM 25 febbraio 2016 con cui sono stati individuati i criteri e le
norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione
agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la
produzione e l'utilizzazione agronomica del digestato; intervenire individuando
soluzioni condivise e sostenibili a livello agronomico ed economico che
permettano di salvaguardare l’ambiente, la salute dei cittadini, il reddito
degli agricoltori, l’occupazione e la tipicità dei prodotti che qualificano il
made in Italy nel mondo”.
“Abbiamo i mezzi tecnici per superare questa impasse; i
suddetti problemi possono trovare soluzione attraverso strategie integrate che
permettano di gestire al meglio la produzione di effluenti zootecnici e
l’eccesso di azoto”, conclude il coordinamento.
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