Per le aziende agricole si profila anche per il 2019 la
proroga dell’esenzione dall’obbligo della presentazione della documentazione
antimafia per le domande di fondi
europei di importo fino a 25mila
euro. Si tratta di tutti i contributi e
provvidenze comunitari, in particolare di quelli Pac. Nel “decreto sicurezza”,
all’esame del Senato, è stato approvato in Commissione affari costituzionali un
emendamento bipartisan e col parere
positivo del Governo che va in questa direzione.
Come è noto l’esonero a
regime della documentazione antimafia vale per tutti gli aiuti comunitari inferiori ai 5 mila euro, mentre
per quelli fino a 25mila euro è prevista
l’esenzione per tutto il 2018. Senza un intervento normativo si rischierebbe
dal prossimo gennaio di creare serie
difficoltà alle imprese agricole. Già lo scorso anno, prima della “legge di bilancio” per il 2018 che ha
introdotto l’esenzione fino a 25mila euro, molti pagamenti, in particolare da
parte di Agea, avevano subito forti
rallentamenti, e talora un vero e proprio blocco, per la difficoltà di ottenere
la documentazione in quanto la banca dati centralizzata del Ministero
dell’Interno si è trovata a gestire un numero di richieste molto superiore
rispetto all’ordinario.
Le aziende agricole dunque già stressate dalla burocrazia comunitaria e
nazionale rischierebbero ulteriori penalizzazioni sul fronte degli adempimenti
con ritardi nel pagamento degli aiuti e
soprattutto dei vitali contributi Pac. C’è poi da aggiungere che per le imprese agricole l’obbligo si tradurrebbe davvero di una overdose di
burocrazia, poiché il certificato antimafia, come è noto, ha una valenza di sei
mesi e dunque dovrebbe essere presentato sia in sede di anticipo che di saldo dei premi comunitari.
L’emendamento al “decreto sicurezza” approvato in
Commissione al Senato, secondo la Coldiretti, va nella direzione della
sburocratizzazione richiesta dalle imprese e promessa dal Governo.
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