
E’ per questo motivo che l’Ue deve, una volta per tutte,
mettere in essere un sistema di controlli alle frontiere adeguato a proteggere
il territorio e le coltivazioni comunitarie da insetti e malattie aliene che
troppo frequentemente mettono a repentaglio le produzioni e l’economia.
Il cinipide del castagno, il moscerino dagli occhi rossi, la
cimice asiatica, la Xylella e tanti altri parassiti che si sono manifestati con
gravi danni nelle campagne italiane ed europee, sono il pegno che è stato e
viene pagato quotidianamente dalle imprese agricole europee per una politica
troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e
florovivaistici nell’Unione senza che siano applicate le cautele e le
quarantene che devono invece superare i nostri prodotti quando vengono
esportati.
Non è un caso, infatti, che le nostre mele e pere non
possano ancora essere esportate in Cina, mentre invece le mele e le pere cinesi
sono presenti sugli scaffali dei supermercati italiani. Non si tratta di
protezionismo, l’Italia e l’Ue vivono di export, ma di applicare le norme
fitosanitarie che sono in vigore nel resto del mondo.
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