Con tredicimila emendamenti alla proposta della Commissione,
per consentire una discussione adeguata è necessario che a votare la riforma
della Politica Agricola Comune (PAC) sia il nuovo Parlamento europeo che uscirà
dalle urne a maggio 2019.
Questo afferma il Presidente della Coldiretti Ettore
Prandini in occasione dell’incontro su “Brexit, bilancio dell’Unione e
agricoltura” nel sottolineare la necessità che l’attuale Assemblea crei ora i
presupposti affinché le risorse assegnate al settore non subiscano riduzioni
con l’importante impegno del Presidente del Parlamento Antonio Tajani.
“Un appuntamento elettorale strategico per l’agroalimentare
Made in Italy che richiede – sostiene Prandini – anche una responsabilizzazione
di partiti e movimenti nel scegliere la migliore classe dirigente per la difesa
degli interessi del Paese. L’agroalimentare che è diventato una risorsa
strategica del made in Italy è infatti anche – precisa Prandini – l’unico
settore che dipende integralmente da Bruxelles per le scelte politiche e le
risorse disponibili. Si rende necessario che il nostro Paese si batta contro
ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della Politica agricola
comune (Pac) che aggraverebbe la condizione di pagatore netto del nostro Paese”
denuncia il presidente della
Coldiretti nel sottolineare che a pagare il conto della
Brexit non deve essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le
nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici
all’immigrazione alla sicurezza.
C’è l’esigenza di “riequilibrare” invece la spesa facendo in
modo – spiega Prandini – che la Pac possa recuperare con forza anche il suo
antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per
salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare della
Ue e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea.
Secondo Prandini “vanno ribaltati anche gli attuali
parametri per l’assegnazione delle risorse. L’Italia dovrebbe incassare di più
se si tiene conto della ricchezza prodotta per ettaro con il valore aggiunto
per ettaro nazionale che è più del doppio della media UE28, oltre il triplo di
Germania e Regno Unito, il 58% in più rispetto al valore aggiunto spagnolo e il
153% in più dei cugini francesi”.
La maggiore flessibilità prevista dalla proposta di riforma
Pac dovrebbe favorire – spiega il presidente della Coldiretti – una strategia a
livello nazionale che risarcisca quei settori che finora non hanno visto un
cent. Per la Coldiretti oltre al mantenimento del budget, con la nuova Pac la Ue
deve puntare su nuovi criteri per tener conto della capacità dell’azienda
agricola di creare occupazione e mantenere vitale l’economia nei territori
rurali, investire sui giovani e rendere più efficaci ed efficienti gli
strumenti per affrontare le crisi, migliorare la lotta alle pratiche
commerciali sleali.
Una Pac infine che – conclude Prandini – deve vincere
l’omologazione e valorizzare la qualità e la distintività dell’agroalimentare.
Fonte:coldiretti
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