Più risorse per l’innovazione, favorire l’aggregazione di
filiera e di mercato, spingere sulla semplificazione, rivedere la fiscalità
agricola e difendere il budget della Pac. Queste le richieste alla politica
lanciate dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino, durante la
VII Assemblea elettiva dell’organizzazione, a Roma all’Auditorium della
Tecnica.
Davanti a una platea di 800 persone tra ospiti e delegati,
alla presenza dei ministri Maurizio Martina e Giuliano Poletti e con le
elezioni del 4 marzo alle porte, Scanavino ha illustrato proposte e bisogni
dell’agricoltura, un settore driver della crescita con oltre 30 miliardi di
valore aggiunto e un’incidenza del 9% sull’export Made in Italy, ma che deve
diventare più efficiente e competitivo per rispondere a sfide globali come i
cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati, la scarsità di risorse
naturali e la crescita della domanda alimentare mondiale.
INNOVAZIONE – «Bisogna garantire la sostenibilità sia
ambientale che economica delle imprese agricole – ha detto Scanavino -. E’
necessario innovare per un futuro sostenibile, come recita lo slogan
dell’Assemblea. Un titolo nato dalla convinzione che il futuro si giochi
proprio intorno al tema dell’innovazione e delle sue diverse applicazioni». Per
Cia, infatti, il prossimo governo dovrà garantire più finanziamenti prima di
tutto sull’innovazione tecnica, che per il settore primario significa
digitalizzazione, automazione e ICT-Information and Communications Technology;
risparmio idrico e riciclo di risorse per ridurre le emissioni; ricerca sulle
biotecnologie e sulla nuova frontiera della cisgenetica. Urgenti, poi, misure
legate all’innovazione organizzativa, favorendo l’aggregazione delle filiere
agroalimentari per ottimizzare i processi e razionalizzare i costi; sostenendo
percorsi di stabilità contrattuale tra la parte agricola e quella industriale;
introducendo strumenti per agevolare accordi tra agricoltura, artigianato,
commercio, logistica ed enti locali creando “network dei valori” connessi al
territorio. Serve anche supportare gli imprenditori in tema di innovazione
sociale, sia promuovendo i percorsi di agricoltura sociale inclusiva e welfare
in campagna, sia facilitando il rapporto agricoltore-consumatore tramite lo
sviluppo di nuovi canali di vendita
SEMPLIFICAZIONE Altro tema fondamentale la semplificazione a
360° su cui Scanavino ha sollecitato nuovamente le istituzioni in Assemblea.
«All’agricoltura – ha spiegato il presidente Cia – occorre in primis una
modernizzazione amministrativa, con l’attuazione di un Codice Unico
dell’Agricoltura per costruire effettivi percorsi di de-legiferazione e
semplificazione burocratica”. Non solo, il settore necessita di una
semplificazione del sistema dei pagamenti «con una radicale e urgente riforma
dell’intero sistema Agea» e del sistema assicurativo «con modelli di gestione
più innovativa, polizze libere e flessibili che partano dal singolo rischio
fino al rischio aziendale, adeguate ai bisogni delle diverse aziende e delle
realtà territoriali». Infine bisogna ripensare al lavoro agricolo, tra i più
esposti alle irregolarità, «con uno snellimento delle pratiche di assunzione e
strumenti meno ingessati, più adeguati alla stagionalità e alle caratteristiche
del comparto».
FISCO La Cia ha quindi chiesto ai politici di impegnarsi per
avviare un processo di revisione della fiscalità agricola “al fine di creare un
sistema virtuoso – ha aggiunto Scanavino – in grado di premiare, assicurando
agevolazioni tributarie, le imprese che creano realmente valore”.
UE Scanavino non dimentica l’Europa, perché «gran parte
delle decisioni si prendono in ambito comunitario, per cui “è necessario che
chi governa l’agricoltura italiana trascorra più tempo a Bruxelles che a Roma».
E su questo fronte, due sono i capitoli aperti: i negoziati di libero scambio e
la Pac post 2020. «La Cia è favorevole agli accordi commerciali per aumentare
l’accesso ai mercati con la riduzione delle barriere doganali. E’ chiaro, però,
che le trattative bilaterali -ha detto il presidente Cia- devono sempre
garantire il principio di reciprocità, la tutela dei prodotti sensibili e la
clausola di salvaguardia». Quanto alla nuova Pac, «il primo grande obiettivo è
quello di mantenere il budget complessivo dedicato al settore agricolo, nonostante
i timori per la Brexit -ha concluso Scanavino-. Bisogna, poi, riformare il
sistema dei pagamenti diretti accrescendo il sostegno all’innovazione, al
mercato, all’organizzazione di filiera; migliorare le politiche di gestione del
rischio e di stabilizzazione del reddito e rendere i Piani di sviluppo rurale
più flessibili. Un’elasticità che serve anche su greening e inverdimento».
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