Un freno al fenomeno degli affitti fittizi di vigneti. Lo ha
stabilito un decreto appena firmato dal ministro delle Politiche agricole,
Maurizio Martina.
Il fenomeno del trasloco virtuale dei vigneti dal
Mezzogiorno al Triveneto era emerso nei mesi scorsi ed era legato al nuovo
sistema di autorizzazioni all'impianto (che ha sostituito i vecchi diritti di
impianto) varato da Bruxelles e attivo dal 2016.
Ogni anno tutti i paesi membri Ue possono mettere a bando
nuove autorizzazioni all'impianto di vigneti (le licenze che bisogna detenere
insieme alla proprietà dei terreni per produrre vino) nella misura dell'1%
della superficie vitata nazionale.
Per l'Italia si tratta di circa 6.600 nuovi ettari l'anno.
Un quantitativo che fin dal primo anno di applicazione della
misura era apparso molto al di sotto delle richieste che, spinte dai due
fenomeni enologici del Triveneto rappresentati da Prosecco e Pinot grigio, nel
2017 sono state addirittura pari a 25 volte le effettive disponibilità.
Richiesta maggiore dell'offerta, l'escamotage del Nord Est
Così per aggirare i limiti fissati da Bruxelles è stato
individuato un escamotage negli affitti fuori regione.
In sostanza, un viticoltore — poniamo di Veneto o Friuli
Venezia Giulia — prende in affitto un vigneto nel Mezzogiorno poniamo in Puglia
— in Puglia e, subito dopo la definizione del contratto di locazione avanza
alla regione la richiesta di espianto con successivo reimpianto nel Nord Est.
Ottenendo così il risultato di spostare dalla Puglia al Nord la relativa
autorizzazione all'impianto.
Contro questa pratica — che nonostante manchino numeri
ufficiali pare che nei mesi scorsi sia letteralmente esplosa — le regioni del
Sud hanno lamentato il rischio di perdere potenziale viticolo a favore di altre
aree del Paese.
Da qui la messa a punto del nuovo decreto che al comma 5
dell'articolo 1 prevede che «nel caso di atti di trasferimento temporaneo della
conduzione l'estirpazione del vigneto effettuata prima dei 6 anni dalla loro
registrazione non dà origine ad autorizzazioni all'impianto in una regione
differente da quella nella quale è avvenuto l'estirpo».
In sostanza viene previsto nel caso di affitto di un vigneto
un vincolo di conduzione di 6 anni nell'area in cui si trovano i filari presi
in affitto prima che la relativa autorizzazione possa emigrare verso altre
regioni.
Le altre novità introdotte dal decreto
Il decreto firmato da Martina non si è limitato a stoppare
il fenomeno degli affitti “fittizi”. Col provvedimento vengono infatti recepite
alcune misure che nei mesi scorsi erano state previste dal regolamento
comunitario Omnibus proprio in materia di autorizzazioni. E cioè la possibilità
di fissare una soglia massima di 50 ettari per ciascuna domanda, tetto che
potrà essere ulteriormente ridotto dalle singole Regioni.
Definita anche la possibilità di garantire il rilascio di
una quota minima compresa tra 0,1 e 0,5 ettari a tutti i richiedenti, qualora
le richieste ammissibili dovessero risultare superiori alla superficie messa a
disposizione.
«La definizione di soglie — ha commentato la coordinatrice
vino di Alleanza Coop, Ruenza Santrandrea — è un correttivo atteso e più che
mai necessario. Ma di grande importanza è anche il vincolo introdotto ai
trasferimenti di autorizzazioni tra regioni in seguito a contratti di affitto».
Fonte: Il Sole 24 ore
Autore: Giorgio Dell’Orefice
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