Nel quadro del periodo 2014-2020, la Politica agricola
comune ha mobilitato circa 400 miliardi di euro a favore di misure di mercato
finanziario, pagamenti diretti per gli agricoltori e programmi di sviluppo
rurale, con lo scopo di promuovere un’agricoltura e un’economia rurale
sostenibile.
I pagamenti diretti rappresentano circa il 70% degli importi
della Pac. Ma sono in corso discussioni per ridurre e meglio indirizzare gli
aiuti del primo pilastro: oggi l’80% dei pagamenti diretti va al 20% degli
agricoltori. Le modifiche al sistema potrebbero, quindi, fornire un’opportunità
per concentrare gli aiuti su aspetti più specifici come il sostegno a una
produzione agricola meno redditizia o alle aree di montagna, un’attenzione
particolare alle piccole e medie aziende agricole, agli investimenti in risorse
sostenibili o per sistemi di produzione efficienti.
Il primo grande obiettivo, dopo il 2020, resta quello di
mantenere il budget complessivo dedicato all’agricoltura, nonostante i timori
per la Brexit.
A oggi, sono 3 gli scenari che si possono prevedere per il
bilancio agricolo post 2020:
- Mantenimento dei livelli di spesa attuale a circa 400
miliardi di euro, corrispondente a circa il 37% dell’attuale quadro finanziario
pluriennale. Il supporto, però, dovrebbe essere meglio orientato, anche per
limitare le differenze di sostegno agricolo tra gli Stati membri;
- Una riduzione del 30% del sostegno alla Pac, che
significherebbe un taglio di circa 120 miliardi di euro nel prossimo quadro
finanziario pluriennale. Questo scenario potrebbe comportare un calo del
reddito agricolo medio di oltre il 10% in un certo numero di Stati membri e
diminuzioni di reddito potenzialmente più pronunciate in settori specifici;
- Una riduzione del sostegno del 15%, che rappresenterebbe
una perdita di circa 60 miliardi. In questo scenario, la riduzione dei redditi
agricoli medi sarebbe più limitata, ma potrebbe comunque avere un impatto
notevole in alcuni settori a seconda delle scelte fatte.
Nessun commento:
Posta un commento