
“La carne italiana nasce da un sistema di allevamento che
per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo” ha affermato il Presidente
della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “scegliere carne Made in
italy significa anche sostenere un sistema fatto di animali, di prati per il
foraggio e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il
degrado spesso da intere generazioni, anche in aree difficili”. L’obiettivo è
migliorare i già alti standard qualitativi della bistecca Made in Italy in un
contesto di consumo che vede il 95% degli italiani mangiare carne nonostante le
fake news, gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne
diffamatorie. Tra l’altro, quasi 2 italiani su 3 (63%) sarebbero disposti a
pagare di più per carne ottenuta rispettando al massimo il benessere degli
animali.
Nel 2018 sono state vendute quasi 850mila tonnellate di
carne, di cui bovina oltre 1/3 del totale, per una spesa tendenziale di circa
7,5 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 3% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, nel Belpaese
si assiste a una svolta verso la qualità con il 45% degli italiani che
privilegia la carne proveniente da allevamenti tricolori, il 29% che sceglie
carni locali e il 20% quelle a marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di
origine.
Il nuovo protocollo è frutto di un progetto biennale
promosso dalla Regione Lombardia e cofinanziato per circa un terzo da Inalca
nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, in collaborazione con
l’Università di Milano e la Fondazione Centro Ricerche Produzioni Animali di
Reggio Emilia. L’attività di studio ha direttamente coinvolto anche 2 aziende
agricole lombarde (Agricola Marchesina e Agricola Martinelli), attive nel
settore bovino da ingrasso nelle province di Milano e Bergamo.
Fonte: Coldiretti Giovani Impresa
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