
Si tratta di una questione aperta nel 2012, poi prorogata
svariate volte, ma su cui, a distanza di quasi quattro anni, nonostante i
termini ormai scaduti e le sanzioni previste per i soggetti inadempienti, il
Governo non ha ancora adottato i decreti attuativi necessari a mettere a regime
il sistema. Almeno fino ad oggi.
La disciplina in vigore
L’introduzione dell’obbligo di revisione dei trattori e
delle macchine agricole risale al 2012, introdotta dalla Legge di Stabilità che
annunciava la modifica della disciplina del Codice della Strada, operata poi
con il successivo Decreto Sviluppo, che fissava al 1° gennaio 2014 il primo
termine per regolarizzare la posizione di tutte le macchine agricole
immatricolate.
Come facile intuire, tale termine è stato poi più volte
prorogato, fino all’arrivo del decreto 20 maggio 2015, il quale fissava nuove
scadenze per la regolarizzazione delle macchine. In particolare, il termine per
adempiere all’obbligo di revisione era fissato:
al 31/12/2017 per tutti i trattori agricoli immatricolati
prima del 31/12/1973;
al 31/12/2018 per tutti i trattori agricoli immatricolati
tra l’1/1/1974 e il 31/12/1990.
Tale procedura di revisione avrebbe dovuto essere effettuata
con cadenza quinquennale, secondo le regole e le modalità fissate da uno
specifico e successivo decreto. Decreto che, però, non è mai stato approvato
dal Governo e tale inerzia ha provocato il blocco dell’intero sistema.
Blocco che, però, non ha fermato l’impianto sanzionatorio
che, per i mezzi non in regola, prevede sanzioni amministrative da 85 a 338
euro, nonché il ritiro della carta di circolazione o del certificato di
idoneità tecnica del mezzo. Fortunatamente, sono poche le sanzioni e le
contestazioni di cui si ha notizia finora, ma tutti i proprietari di mezzi
agricoli immatricolati prima del 1990, ad oggi, sono fuorilegge. Ma, forse,
ancora per poco.
In arrivo il nuovo decreto ministeriale
La notizia è che in questi giorni è al vaglio della Corte
dei Conti il nuovo decreto ministeriale che dovrebbe fissare i nuovi termini
per la regolarizzazione delle revisioni dei mezzi agricoli, rimettendo in moto
l’intera macchina normativa.
Tale decreto dovrebbe unificare tutte le scadenze
precedentemente fissate, fissando i nuovi termini ultimi per revisionare:
trattori agricoli;
macchine agricole operatrici semoventi a due o più assi;
rimorchi agricoli con massa complessiva a pieno carico
superiore a 1,5 tonnellate (ma solo se le dimensioni di ingombro superano i
quattro metri di lunghezza e i due metri di larghezza;
macchine operatrici (come spartineve, spanditrici di sabbia,
carrelli, ecc.).
Tali termini dovrebbero esser i seguenti:
30/06/2021 per le macchine agricole e operatrici
immatricolate prima del 31/12/1983;
30/06/2022 per le macchine agricole e operatrici
immatricolate dal 01/01/1984 al 31/12/1995;
30/06/2023 per le macchine agricole e operatrici immatricolate
dal 01/01/1996 al 31/12/2018;
entro cinque anni dalla data di prima immatricolazione per
le macchine acquistate dal 2019.
L’approvazione di questo decreto, però, non risolverà il
nodo centrale, ossia quello relativo alle modalità della revisione, ai
controlli richiesti e ai requisiti richiesti per i soggetti che dovranno
svolgere tali attività, i quali saranno oggetto di un successivo provvedimento.
Tra i temi, poi, occorrerà tenere conto della tipologia e
dell’analiticità dei controlli effettuati, tenendo conto del fatto che, in poco
più di un anno (per quanto veloce si svolgerà l’iter di formazione del
richiamato decreto), saranno oltre due milioni i veicoli che dovranno essere
sottoposti a revisione.
Pertanto, occorrerà grande attenzione da parte del
legislatore nel definire tempi e modalità, per provare a chiudere il cerchio di
quella che, ormai, rappresenta uno dei capitoli più tristi della storia
dell’agricoltura italiana.
Fonte: Consulenza Agricola
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