Per facilitare l'ingresso di nuove leve in agricoltura
bisogna prima di tutto agevolare l'accesso al bene terra. In un Paese segnato
dalla scarsa mobilità fondiaria, acquistare a prezzi di mercato è quasi
impossibile: se in Francia un ettaro costa in media 5.500 euro e in Germania
6.500 euro, in Italia un ettaro di terreno viaggia mediamente intorno ai 18
mila euro. Anche l'affitto, soprattutto in alcune zone a forte
caratterizzazione produttiva e territoriale, è proibitivo. Ecco perché è
importante la nascita della Banca delle terre agricole, che mette a
disposizione soprattutto dei giovani il patrimonio pubblico.
Così l'Agia, l'associazione dei giovani imprenditori
agricoli della Cia-Agricoltori Italiani, in merito al progetto presentato ieri
15 marzo al Mipaaf, nel quale la piattaforma Ismea ha messo nella banca dati i
primi 8.000 ettari di terreni di proprietà dell'ente economico del Mipaaf.
L'auspicio è che la Banca delle terre agricole possa contribuire
a generare nuova occupazione "under 40" in un comparto fondamentale
del Paese che, tra produzione e industria, vale il 15% del Pil - spiega l'Agia
Cia -. D'altra parte, la questione del ricambio generazionale in agricoltura è
una priorità imprescindibile e passa proprio attraverso la capacità di
incentivare i giovani a entrare nel settore.
Liberare i terreni agricoli pubblici per la vendita o
l'affitto è, tra l'altro, una nostra proposta avanzata con forza già dal 2010
con la Banca della terra. Ora questa misura potrà diventare una vera chance per
i giovani se accompagnata da validi strumenti creditizi - aggiunge l'Agia Cia -
che sostengano i nuovi imprenditori nella fase di start-up.
Da parte sua, Raffaele Maiorano, presidente dei Giovani di
Confagricoltura ha commentato: "Dopo tanti anni è finalmente operativa la
Banca delle terre agricole (l'inventario completo della domanda e dell'offerta
dei terreni e delle aziende), prevista dal Collegato agricolo. Il nostro
auspicio è che anche le regioni e le province autonome partecipino alla nuova
piattaforma Ismea così da dare uno slancio concreto e duraturo al ricambio
generazionale in agricoltura".
Nel 2016, inoltre, sono tornate a crescere, segnando un
+5,6% le aziende agricole condotte dai giovani. "Finalmente ci si avvicina
all'obiettivo di favorire il ricambio generazionale. Il nostro settore è vitale
– ha aggiunto Maiorano – e piace alle nuove generazioni, ma esistono difficoltà
oggettive. Oltre che con la piena operatività della Banca delle terre, ci
auguriamo che parta anche l'affiancamento di agricoltori
ultra-sessantacinquenni o pensionati a giovani non sono ancora proprietari di
terreni agricoli. Con questi due provvedimenti abbinati, da noi fortemente
voluti e richiesti, siamo convinti che scompariranno le annose barriere che si
frappongono tra i giovani e la professione di imprenditore agricolo".
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