"Perché quando si parla di malattie, i più titolati a
parlarne sono i medici? Perché quando si parla di temi legati alla
giurisprudenza, ci si rivolge agli avvocati? Perché quando si parla di corretta
alimentazione, ci si affida spesso a cuochi o semplici appassionati di cucina,
piuttosto che a nutrizionisti o esperti del settore?" Così Ivano Vacondio,
presidente di Italmopa (Associazione industriali mugnai d'Italia), che punta il
dito contro "quei messaggi fuorvianti e campagne denigratorie, spesso
riportate e amplificate senza le opportune verifiche, che stanno minando alcune
certezze dei consumatori".
"Abbiamo condotto, insieme all'istituto di ricerca Doxa
- prosegue Vacondio -, un'indagine su un campione di 1.000 italiani per
indagare le loro conoscenze nel nostro campo di appartenenza, ovvero le farine
e il grano. Ebbene, i risultati sono disarmanti, oserei dire preoccupanti. Il
flusso disordinato e incontrollato di informazioni che ha investito i
consumatori negli ultimi anni ha confuso la percezione di ciò che arriva sulle
loro tavole, causando non solo allarmismi ingiustificati, ma un danno enorme
per tutto il comparto. Il 65% degli intervistati pensa che l'Italia importi una
quantità rilevante di farina da altri Paesi. Ma non è così: c'è una confusione
palese e molto grave tra il grano, che siamo costretti a importare per carenze
quantitative e qualitative e che spesso paghiamo purtroppo anche di più
rispetto a quello italiano, e la farina, le cui importazioni non superano lo
0,2%, ovvero il nulla!".
"Non ci stancheremo mai di ripetere - aggiunge Vacondio
- che le nostre farine sono da considerarsi al 100% Made in Italy.
Esse sono il frutto dell'impareggiabile capacità dei nostri
mugnai nel saper individuare e miscelare le migliori e più preziose varietà di
frumento tenero, per la produzione di un'ampia varietà di farine di frumento,
tutte accomunate da eccellenti qualità nutrizionali e salutistiche, destinate
alla produzione di pane, di pizza o di prodotti dolciari. E questo a
prescindere dall'origine della materia prima frumento." L'Italia, non
avendo sufficiente produzione di frumento, si trova nell'obbligo di importare
circa il 60% del proprio fabbisogno nel comparto del frumento tenero e circa il
40% nel comparto del frumento duro. "Ma questa materia prima - precisa
Vacondio - è ancora più controllata di quella proveniente dai campi italiani.
Il frumento importato, infatti, rispetta pienamente la normativa comunitaria,
che è tra le più severe al mondo, per quanto riguarda la presenza massima di
contaminanti, ed è sottoposto a sistematici e rigorosi controlli sia da parte
degli organi pubblici di vigilanza, sia dalle stesse aziende molitorie
nell'ambito dei sistemi obbligatori di autocontrollo".
"Siamo qui a lanciare un messaggio agli italiani -
conclude Vacondio - In un momento in cui la comunicazione globale ha azzerato
filtri e controlli sui contenuti, ci mettiamo a loro completa disposizione per
fornire tutte le informazioni, di natura legislativa ma anche nutrizionale, per
dissipare i principali dubbi dei consumatori. E' per questo che abbiamo creato
il sito www.infofarine.it e lavorato per incrementarlo sempre con nuovi
contenuti, approfondimenti, interviste e contributi scientifici".
Fonte: Ansa.it
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