Lo sviluppo dell'industria e dei servizi a partire dagli
anni '50, dunque, ha generato nuovi modelli sociali e la crescita delle grandi
città.
Questi cambiamenti sono avvenuti anche nella nostra realtà
paesana.
Da noi come ovunque nelle regioni Centro-Meridionali,
essendo entrata in crisi l'autosufficenza del podere, si sono cercati altri
sbocchi sociali ed essendo la nostra una regione di servizi nazionali, con Roma
capitale, la gente non ha cercato il rapporto con l'industria, che non si è
sviluppata, ha invece cercato un rapporto con la capitale: Ministeri,
Religione, Turismo.
Ecco che molti, nel nostro paese, sono diventati impiegati
pendolari, ovvero un particolare tipo di impiegati che ha conservato il podere,
impiegati che non disdegnano di continuare a coltivare la terra, la quale
rimane un'importante fonte di reddito, in una realtà dove non è comune la
doppia occupazione in famiglia e dove nelle famiglie è anche presente la
generazione dei contadini che precede quella degli impiegati pendolari.
I casali nella nostra comunità stanno seguendo la sorte
delle generazioni.
Fino agli anni '50 erano abitati stabilmente.
Per alcuni decenni sono stati abbandonati, oggi sono
diventati per molte famiglie la seconda casa, che è un rifugio anche per chi
vive in un piccolo centro: rifugio dai rumori, dagli "altri", dalla
televisione, dai consumi dei prodotti industriali e d'allevamento ecc.,
insomma, un desiderio di serenità e di natura che per molti è già amore.
Il lavoro che abbiamo svolto è un lavoro di ricerca sui
ricordi, sui costumi ed usi dei casali nel nostro paese, alla scoperta, per i
giovani di questa generazione, di valori e culture che sono parte preponderante
delle radici della nostra comunità.
bd21305_.jpg (1695 byte)
Come si Viveva nei Casali
La vita si svolgeva per la gran parte nel silenzio della
campagna e nell'isolamento del casale, lontano dal paese, il che spiega il
carattere conservatore dei contadini, piuttosto restii ai cambiamenti, e legati
alle tradizioni e ai ritmi immutabili della terra e delle stagioni.
D'altra parte, il notevole numero di famiglie che vivevano
nei casali costituiva una piccola comunità capace di legami di solidarietà e
sostegno reproco.
Nei casali c'era lavoro per tutti: gli uomini nei campi, le
donne ad accudire gli animali, i bambini addetti a piccole mansioni, che
potevano rivelarsi preziose per l'economia domestica e la sera, riuniti nel
fienile o intorno al focolare, tutti ascoltavano le storie raccontate dai più
vecchi, che condensavano la morale d'ogni favola con la sapienza dei proverbi.
La cultura orale del mondo contadino sapeva, infatti,
tramandare leggende di santi, diavoli e di magia, ma anche la memoria di
episodi storici: l'anno della grande carestia, ricordi di guerra; ad arricchire
il patrimonio di storia, chiacchere, dicerie della piccola comunità contribuiva
anche all'ambulante, che passando di casale in casale, col suo caretto, portava
anche le ultime novità.
Tra le figure più tipiche: l'arrotino, lo
"stracciarolo", lo spazzacamino.
Come ci si Divertiva
Le occasioni per i grandi raduni nella piazza del paese non
mancavano: c'erano i Santi Patroni da festeggiare, con tanto di fiere e mercati
che richiamavano forestieri.
Era il momento di rinnovare il guardaroba con un fazzoletto,
una cintura o un cappello nuovo per partecipare alle lotterie o ai giochi
tipici della sagra del paese; si "acchiappava" il porcello (si
liberava dal sacco un maialino che cominciava a scappare); chi lo prendeva, era
suo; si scalava l'albero della cuccagna e si partecipava alla corsa dei sacchi
(S. Antonio).
Oltre alle sagre patronali, la cultura contadina conosceva
altre feste meno rumorose, ma sentite, legate all'anno agrario: la mietitura,
l'uccisione del maiale (fonte di provviste per l'inverno) e sopratutto la
vendemmia.
I momenti fondamentali della vita, quali una nascita, un
battesimo, un matrimonio, ma anche un funerale erano occasioni di piena
partecipazione dove l'anima contadina sapeva esprimere grande solidarietà.
Prima di entrare in paese, non di rado, le ragazze che
venivano dai casali, chiedevano agli abitanti delle prime case che incontravano
di utilizzare un garage o una cantina per potersi cambiare, generalmente le
scarpe, ma anche le calze; toglievano quelle più grosse e ruvide per mettersi
quelle più leggere, più belle ed essere quindi più presentabili di fronte ai
paesani.
Nessun commento:
Posta un commento