Nella serata di martedì 7 marzo si sono chiuse le trattative
relative all’accordo quadro 2017 sul pomodoro da industria del Nord Italia. Il
prezzo, prefissato a 79,95 euro a tonnellata, varrà però esclusivamente con una
produzione non superiore a 1.700.000 tonnellate, con una penalità di 20 euro a
tonnellata in caso di sforamento della soglia. Le associazioni agricole sono
sul piede di guerra.
“La chiusura dell’accordo 2017 oltre che tardiva è anche
pessima – commenta il presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello –
come risulta chiaramente dalla fissazione di un prezzo che non consente la
remunerazione adeguata del prodotto e lascia solo lavoro e rischi a carico
degli agricoltori”.
“Con le regole attuali l’accordo non lascia spazio agli
agricoltori – continua Tonello – le organizzazioni di prodotto non hanno nessun
potere contrattuale e sono organismi che, sostenendosi economicamente sulla
base dei quantitativi di pomodoro che contrattano, non guardano più la
redditività e gli interessi dei produttori. Come Coldiretti continueremo a
lavorare per cambiare questo sistema e introdurre strumenti diversi, come il
distretto, e regole diverse, come l’introduzione dell’origine obbligatoria per
tutti i derivati del pomodoro”.
“Il trend è negativo, negli ultimi due anni si va dai 92 ai
79,75 euro a tonnellata – spiega Gianni Tosi, presidente di Confagricoltura
Emilia Romagna – gli agricoltori non posso accettare una decurtazione del
prezzo di questo livello, pari al 15%. Ci auguriamo che le Op sappiano quantomeno
programmare le superfici coltivate necessarie per ottenere i quantitativi
produttivi previsti dall’accordo”.
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