I bambini mangiano più volentieri una banana o un grappolo
d'uva durante la ricreazione che a fine pasto. E quando si siedono a tavola,
avanzano meno cibo nei piatti. È il risultato di un monitoraggio di Milano
Ristorazione nelle scuole che hanno aderito al progetto "Frutta a metà
mattina". Un esperimento partito all'inizio dell'anno scolastico nelle
elementari, dove (su richiesta) mele, pere o arance non vengono più servite
durante la pausa dei bambini in refezione ma durante l'intervallo come merenda.
Da settembre, sono 76 le primarie che hanno deciso di
partecipare, per un totale di 21.500 bambini. La metà degli iscritti nelle
scuole elementari milanesi. Il test della controllata del Comune, che ogni
giorno serve 80mila pasti al giorno nelle scuole, ha coinvolto mille alunni
degli istituti interessati. E i risultati parlano di un aumento del consumo di
frutta pari al 15 per cento. Non tutti i frutti sono ovviamente amati allo
stesso modo. Guardando i cinque più serviti da ottobre a oggi, al primo posto
del gradimento dei più piccoli c'è senza dubbio la banana, seguita dall'uva.
Seguono a metà classifica la mela e in fondo arancia e pera.
Oltre all'aumento del consumo di frutta, però, c'è anche un
altro dato interessante. In questi istituti dove, in piccola parte, sono cambiati
i ritmi delle abitudini alimentari, gli avanzi del pranzo sono diminuiti. Il
livello di gradimento dei pasti, secondo le rilevazioni, è aumentato del 17 per
cento, passando dal 63 al 74 per cento. Tradotto: piatti più vuoti e meno
sprechi.
"C'è una progressiva minore abitudine al consumo di
merendine registrata con soddisfazione da insegnanti e genitori", spiegano
dall'azienda. La lettura che viene data è questa: sostituendo le merendine con
la frutta, i bambini arrivano all'ora di pranzo con una fame "giusta"
che li porta ad avanzare meno pasta, riso o carne.
"Quello che è certo è che i bambini mangiano la frutta
durante l'intervallo molto più volentieri. Dopo un pasto composto da un primo,
un secondo e un contorno difficilmente ne hanno voglia e la lasciano lì",
commenta Chiara Mazzali, maestra della primaria di via Vespri Siciliani.
"Una bella abitudine - aggiunge Giovanna Mezzatesta, preside della
Rinnovata Pizzigoni - da noi ci sono perfino insegnanti volenterose che durante
l'intervallo si portano lo spremiagrumi e preparano la spremuta di arance per
tutti".
E se le quantità di frutta distribuita nelle scuole non
cambia (in totale, dagli asili alle medie, si parla di circa 2.500 tonnellate
all'anno), la variazione di orario comporta un aumento dei costi. Il progetto,
fino a oggi, è costato circa 350mila euro, fra spostamenti e personale. Un
investimento che Milano Ristorazione è pronto ad aumentare: l'obiettivo è
coinvolgere più scuole possibili. "È un progetto su cui abbiamo lavorato a
lungo investendo risorse consistenti - precisa l'amministratore unico Fabrizio
De Fabritiis - perché convinti che avrebbe contribuito a un cambiamento di
abitudini importante in un percorso di educazione al gusto e di salute".
Fonte: milano.repubblica.it
Autore: Tiziana De Giorgio
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