Il
Presidente dell'Accademia dei Georgofili Giampiero Maracchi (nella foto a
destra) ha svolto la prima relazione durante la conferenza su "Agricoltura
e Cambiamenti climatici", organizzata da Legambiente in collaborazione con
l'Accademia dei Georgofili, che si è tenuta ieri 7 marzo a Firenze.
Riprendendo
l'introduzione del Presidente di Legambiente Toscana, Fausto Ferruzza, il prof.
Maracchi ha innanzi tutto ricordato l'importanza del protocollo di intesa
siglato un anno fa tra Georgofili e Legambiente, grazie al quale è possibile
una collaborazione strategica su tematiche molto importanti come quella
affrontata nell'odierna conferenza.
Maracchi
ha poi illustrato il quadro di crisi globale complessiva, che non è soltanto
climatica ma anche economica, politica, ambientale e di valori. In questo
difficile contesto vanno analizzati i cambiamenti climatici e gli effetti che
essi portano sulla nostra agricoltura. Ricordando la Festa della donna che cade
proprio oggi, il climatologo ha osservato come, da qualche anno, le temperature
troppo miti in autunno portino la mimosa a fiorire anche un mese prima rispetto
all'8 marzo.
Citando
la dichiarazione di Cork del settembre 2016 sottoscritta da tutti i ministri
dell'agricoltura europei, il prof. Maracchi ha evidenziato come l'agricoltura
nel suo complesso sia l'unica attività umana che riassorbe completamente i gas
ad effetto serra che produce. In più essa non si limita alla produzione
alimentare ma riguarda anche la produzione di legname, fibre tessili,
biocarburanti e altre forme di energia.
Il
Presidente dei Georgofili ha anche ricordato il ruolo dell'Accademia, con i
suoi 950 accademici in tutta Italia e in Europa, per promuovere trasferimento
di know how, di educazione tecnica e di innovazione, attraverso gruppi di
lavoro suddivisi per aree tematiche che riguardano tutti i settori di interesse
dell'agricoltura.
Maracchi
ha concluso il suo intervento, dicendo che tuttavia non basta riconoscere
l'importanza globale dell'agricoltura: è indispensabile ripensarla attraverso
una collaborazione di filiera che garantisca un reddito equamente distribuito a
tutti i livelli, altrimenti sarà comunque un settore destinato all'abbandono e
questo non possiamo permetterlo.
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