Tre piccoli comuni su quattro sono il territorio di
riferimento per gli allevamenti destinati alla produzione di formaggi o salumi
italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento si trovano
gli uliveti dai quali si ottengono i pregiati extravergini riconosciuti
dall’Unione Europea. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere
apprezzamento per la storica approvazione definitiva della legge per la
valorizzazione dei Piccoli Comuni promossa da Ermete Realacci, che riguarda
5.567 centri al di sotto di cinquemila abitanti, pari al 70% del totale dei Comuni
presenti sul territorio dove vivono 10 milioni di abitanti. Il Piemonte –
precisa la Coldiretti – è la regione con maggior numero di piccoli comuni
(1067) seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) ma in percentuale
la piu’ alta densità di piccoli comuni sul totale regionale è in Valle d’ Aosta
(99%) e Molise (92%).
Un obiettivo fortemente sostenuto negli anni dalla
Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico,
culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il
numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei
tesori nascosti del Belpaese. Lo dimostra il fatto che – afferma la Coldiretti
– i piccoli comuni sono il vero motore della vacanza enogastronomica tanto da
aver legato il proprio nome a ormai note specialità: dal Puzzone di Moena al
Sedano bianco di Sperlonga, dal carciofo di Montelupone al vino di Gavi, dai
maccheroncini di Campofilone al Taleggio, dal Vin santo di Vigoleno al vino
Loazzolo che rappresentano le Doc piu’ piccole d’Italia. Nei piccoli comuni si
“coltiva” – sottolinea la Coldiretti – oltre la metà della produzione
agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo grazie
alla presenza di oltre 300mila le imprese agricole impegnate quotidianamente
per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il
mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto
idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità
di sviluppo sostenibile.
Tra le varie misure, la legge dispone interventi in favore
dei residenti e delle attività produttive insediate nei piccoli Comuni, alla
promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta e al loro utilizzo
anche nella ristorazione collettiva pubblica. Previsti anche provvedimenti per
la manutenzione del territorio con priorità per la tutela dell’ambiente e la
prevenzione del rischio idrogeologico. Si istituisce poi un Fondo, con una
dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per
ciascuno degli anni a venire dal 2018 al 2023, per lo sviluppo strutturale,
economico e sociale.
“Ora ci sono le condizioni per recuperare in queste aree i
troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno
dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle
edicole” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel
evidenziare “l’importanza di valorizzare le opportunità offerte dalla nuova
agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i
conti con la cronica carenza dei servizi alla persona”.
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