I risultati dell'indagine con il Censis presentati a Roma,
all'Auditorium G. Avolio, nell'ambito delle celebrazioni per il quarantennale
della Confederazione, che culmineranno nel grande appuntamento del 20 dicembre.
Il presidente Scanavino: "Guardiamo alle nostre radici, ma siamo
proiettati nel futuro". Tra gli ospiti il ministro Martina.
Da quarant'anni con gli Agricoltori Italiani. Per Impresa,
Autonomia, Rappresentanza. Al centro della nuova iniziativa della Cia,
nell'ambito delle celebrazioni per il suo quarantennale, c'è la storia: il
percorso politico e sociale dell'unificazione tra Alleanza Contadini,
Federmezzadri e UCI, da cui nacque nel 1977 la Confederazione italiana
coltivatori che poi, nel 1992, evolse nell'attuale Confederazione italiana agricoltori.
Un excursus che racconta anche l'evoluzione della
rappresentanza sindacale e dell'impresa agricola in Italia. Teatro
dell'appuntamento l'Auditorium Giuseppe Avolio di Roma, dove il presidente
nazionale Dino Scanavino ha disegnato l'identikit della nuova organizzazione
agricola professionale. "La Cia di oggi guarda alle sue radici, ma vive
nel presente ed è proiettata nel futuro -ha sottolineato- per definire una
nuova rappresentanza: concreta, connessa con il reale, vicina ai bisogni degli
imprenditori associati, specifica, competente, non generalista, non
autoreferenziale".
Una rappresentanza moderna che è frutto di tante battaglie:
per difendere il reddito dei produttori, per uno stato sociale più equo, per
una Pac semplice e senza ritardi nei pagamenti, per un'amministrazione più
veloce ed efficiente, per affermare l'immagine di un'agricoltura seria e
coraggiosa, fatta di agricoltori e non di slogan.
D'altronde, ai produttori non interessano le parole. Come
dimostra l'indagine Cia-Censis presentata oggi su La rappresentanza nell'epoca
digitale, alle aziende agricole importa: la semplificazione degli adempimenti
burocratici in capo alle aziende (49%); l'abbattimento del carico fiscale
(22,8%); la tutela del Made in Italy (12,1%); il sostegno economico all'avvio
dell'attività di impresa da parte dei giovani (8,3%); la promozione di accordi
quadro e di filiera (4,5%) e il supporto all'innovazione e
all'internazionalizzazione del settore (3,2%).
Insomma, fatti reali. Il 54,2% degli italiani afferma che,
per dare un contributo alla ripresa dell'Italia, le strutture di rappresentanza
devono impegnarsi in progetti concreti che coinvolgano i cittadini. Un dato che
cresce se la platea di riferimento sono gli agricoltori. Per i quali -secondo
lo studio di Cia e Censis- la spinta all'iscrizione a un'associazione di
rappresentanza dipende oggi da due fattori essenziali: l'idea che ci sia
qualcuno in grado di rappresentare in sede politica interessi ed esigenze degli
imprenditori agricoli (76,6%) e la possibilità di avvalersi di servizi ad hoc
che l'associazione mette a disposizione dei propri iscritti (93,6%).
"Non solo saper fare ma saper ascoltare, non aspettare
negli uffici ma andare nelle aziende -ha commentato Scanavino- non essere
soltanto i migliori in un singolo servizio, ma offrire una gamma di servizi che
sia completa e integrata. Alla persona e all'impresa. Questo è l'obiettivo
della Cia, da qui ai prossimi 40 anni".
All'iniziativa confederale sono intervenuti Patrizia De
Luise, presidente Confesercenti; Maurizio Gardini, presidente Alleanza
Cooperative Italiane; Sergio Ricotta, presidente Confagricoltura Lazio; Daniele
Vaccarino, presidente CNA; Anna Cinzia Bonfrisco, senatrice; Simona Caselli,
assessore regionale Agricoltura Emilia Romagna; Giovanni Cannata, rettore
Universitas Mercatorum; Andrea Toma, Censis.
Fonte: CIA Italia
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