Divella prepara
contratti di filiera per 300mila quintali: coprirà così il 10% del proprio
fabbisogno. La Molisana annuncerà domani i termini del nuovo contratto con l'Op
Cereali Centro Sud.
C’è voglia di
seminare grano duro nel Mezzogiorno d’Italia e l’impressione che si ricava è
che i nuovi contratti di filiera tra agricoltori, molini, stoccatori e i
pastifici per quest’anno non dispiegheranno in pieno gli effetti desiderati. E
non solo perché il plafond previsto dal governo è di soli 3 milioni di euro,
visto che i prezzi minimi sono una garanzia per gli agricoltori.
C’è un motivo
tecnico: chi parte ora lo fa per sperimentare sementi che conosce ancora poco,
che vanno provate su terreni con condizioni pedoclimatiche diverse, che
influenzeranno rese ad ettaro, tenore di proteine, quantità e qualità di quel
glutine che fa della pasta italiana un’eccellenza in fatto di tenuta della
cottura.
Alla Divella –
secondo player nazionale della produzione di pasta secca, con una quota di
mercato in Italia del 10% - annunciano
oggi, 9 novembre 2016, l’imminente firma di una decina di accordi
"sperimentali" proprio perché occorre ancora fare una scelta definitiva
sulle varietà di frumento duro sulle quali investire di più in futuro. E non
manca chi, come La Molisana, attesa domani, 10 novembre 2016, alla
presentazione alla stampa del suo contratto di filiera con la Op Cereali Centro
Sud, ha già ristretto il campo di osservazione a sole due varietà ed un’unica
zona di coltivazione.
A Rutigliano (Ba)
alla Divella, dopo aver firmato un primo contratto di filiera con il Consorzio
agrario di Lucera (Foggia), entro martedì 15 novembre dovrebbero pervenire alla
firma almeno altri 10 accordi, con prezzi minimi, a seconda delle varietà e
delle zone, compresi tra i 27 e i 28 euro al quintale: ”Sono già pronte le
bozze e alla fine conteremo più di dieci contratti di filiera per il grano duro
a nostro nome – dichiara oggi l’amministratore delegato, Vincenzo Divella, che
spiega – avremo come interlocutori degli stoccatori e dei commercianti che
faranno pervenire agli agricoltori di Puglia e Basilicata i semi certificati di
varietà di grano duro che abbiamo selezionato e che avviamo a coltura in via
sperimentale, per saggiarne soprattutto la risposta in termini di tenore e
qualità del glutine e dovremmo attestarci a forniture complessive intorno ai
300mila quintali”.
Ma la Divella
annualmente macina nel proprio mulino circa 3 milioni di quintali di grano duro:
“Per questa annata agraria il contributo dei contratti di filiera al nostro
fabbisogno di frumento duro si attesterà verosimilmente intorno al 10% -
conferma Divella, che sottolinea – come azienda proveremo le varietà Massimo
Meridio, Marco Aurelio, Ovidio e Calò in tutti i contratti di filiera, che
abbiamo voluto suddividere per areali di produzione e che abbracciano i
territori di Puglia e Basilicata, per poi decidere dall’anno prossimo su quali
sementi puntare di più, nella speranza di trovare sempre più cerealicoltori
pronti a venirci incontro”.
Insomma il segnale è
chiaro, è stato fatto un primo passo in una regione, come la Puglia, che da
sola raccoglie dai 5 ai 6 milioni di quintali di frumento duro all’anno, ma si
può fare più con l’annata agraria 2017-2018.
Intanto, da
Campobasso, il pastificio La Molisana fa
sapere che, grazie al Contratto di filiera stipulato lo scorso 20 ottobre con
la Op Cereali Centro Sud “confezionerà 135 milioni di piatti di pasta con grano
esclusivamente coltivato in Basso Molise di eccellenti qualità, Maestà e Don Matteo,
con grande tenacità in cottura ed indice proteico pari al 15%”.
Un piano ambizioso,
nato con la costituzione dell’Op presieduta da Roberto Pinti, che abbraccia 4
cooperative e circa 600 operatori agricoli specializzati nella produzione di
cereali. Il progetto di filiera sarà illustrato domani in una conferenza stampa
dall'amministratore delegato de La Molisana, Giuseppe Ferro.
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