Perchè ai bambini non piacciono le verdure? Non è pigrizia
nè colpa dei genitori. Tre ricercatori hanno scoperto che la ragione è
un’altra, ecco quale.
Perchè ai bambini non piace la verdura? Se lo chiedete ad una mamma , la risposta che vi
darà sarà probabilmente o autocritica (“non sono stata capace ad insegnare una
corretta alimentazione”), o rassegnata ( “ci rinuncio; da grande capirà e farà
da solo”).
Me nell’uno come nell’altro caso il problema resta irrisolto
con svantaggi evidenti, perché le verdure contengono 6 tipi di nutrienti
essenziali che, se vengono sottratti ai bambini nella fase della crescita,
possono indebolirne lo stato di salute.
Le verdure infatti contengono:
Antiossidanti: importanti fattori protettivi nei confronti
dell’invecchiamento, delle malattie
cardiovascolari e di alcuni tumori.
Fibre: danno maggior senso di sazietà, migliorano l’attività
intestinale e proteggono da alcune patologie come diabete, malattie
cardiovascolari e alcuni tumori.
Licopene : proteggono dal cancro
Sali Minerali: utili per il buon funzionamento di muscoli e
cuore.
Vitamina A: difende pelle e mucose dalle infezioni; aiuta la
crescita perché favorisce lo sviluppo dello scheletro; è preziosa per la vista.
Vitamina C : potenzia il sistema immunitario e contribuisce
al buono stato di denti, ossa, pelle e vasi sanguigni.
Calcio: essenziale per la crescita della massa ossea.
Perché i bambini non amano le verdure
Ma una ricerca elaborata da tre studiosi della Sissa di
Trieste, pubblicata sulla rivista Science and reports viene in qualche modo in
soccorso delle mamme e spiega il diniego dei bambini con motivazioni che
assolvono la capacità genitoriale.
Secondo i ricercatori, infatti, i bambini hanno un istintivo
rifiuto verso le verdure come effetto di un inconscio ed atavico riflesso
condizionato che potremmo definire “evoluzionista”, ovvero derivante dalla
diffidenza a mangiarne per difendersi dalle intossicazioni , geneticamente
tramandata a noi dai nostri antenati.
Il cervello umano, secondo i ricercatori, ha infatti una
spiccata propensione a selezionare il cibo in base al suo colore: se il cibo è
rosso o nel piatto il rosso prevale, il cervello lo sceglie; se è verde lo
evita.
Per arrivare a questa conclusione i ricercatori hanno
selezionato 68 persone chiedendo loro di indicare a prima vista, su una vasta
gamma di fotografie di alimenti, quelli che a loro giudizio erano più
nutrienti, ricchi di calorie, in sostanza invitanti.
La conclusione è che laddove i cibi erano rossi venivano
giudicati migliori, se verdi venivano accantonati: ok dunque a pomodori,
carote, salse al ketchup ; e pollice verso a spinaci ed insalata.
Come funziona la scelta
I ricercatori hanno così concluso che il sistema visivo
umano consente di percepire molte sfumature ma è particolarmente attento a
distinguere il rosso ed il verde nella scelta di preferenza.
Sul perché ciò avvenga, non ci sono certezze ma ipotesi. E
quella che i ricercatori hanno adottato porta a considerare, anche in questo
caso, la tesi evoluzionista, cioè che nel passato i nostri lontani progenitori
abbiamo affinato queste capacità visive a prima vista per distinguere
rapidamente bacche e frutti in mezzo al fogliame, partendo proprio dal colore
per capire il grado di maturazione, la dolcezza, l’apporto calorico.
L’avversione dei bambini alle verdure sarebbe secondo i
ricercatori una variante di questo inconscio retaggio che nel cervello
“vergine” dei minori determina un riflesso condizionato tramandato
geneticamente. Ma avrebbe efficacia solo nel cervello infantile che è ancora
privo dell’esperienza umana; ed infatti l’avversione si riduce con la crescita,
man mano che l’esperienza forgia i comportamenti dell’individuo.
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