Prezzi in flessione, ma la
redditività degli allevamenti è ancora positiva, stando alle rilevazioni del
Crefis. Macelli ancora con il segno meno, mentre il Parma Doc pesante conserva
il vantaggio sulla concorrenza generica.
I prezzi dei suini cedono qualche punto, ma la redditività
degli allevamenti "tiene" grazie al ribasso dei costi di
alimentazione, in seguito alla flessione dei prezzi del mais nazionale e della
soia statunitense.
L'indice della redditività degli allevamenti calcolato dal
Crefis (Centro di ricerche economiche dell'Università cattolica di Piacenza,
diretto da Gabriele Canali), segna infatti un miglioramento anche nel mese di
ottobre. Su base congiunturale (ovvero rispetto a settembre) questo indice
registra un +0,4%, che si porta ad un +10,8% su base tendenziale (rispetto a
ottobre 2015).
Mercato in flessione
Dopo mesi col segno "più", a ottobre i prezzi dei
suini pesanti da macello sono calati, anche se di poco, rispetto a settembre
(-0,1% sul mercato di Modena), ma rimangono molto al di sopra (+17,7%) dei
bassi livelli del 2015.
Continuano ad aumentare i prezzi dei suini da allevamento:
alla Borsa merci di Modena sono stati scambiati, a ottobre, a 80,675 euro/capo,
segnando un +1,2% rispetto a settembre e +20,4% su base tendenziale.
Macelli ancora in sofferenza
A ottobre, rispetto a settembre, migliora anche la
redditività della macellazione dei suini, l'indice Crefis segna infatti un
+1,8%. Ma è importante sottolineare che rispetto all'ottobre dell'anno scorso
la variazione rimane fortemente negativa: -7,8%, il che significa che, in
termini di remuneratività, la fase di macellazione ha ancora molto da
recuperare.
Peraltro, dal lato del mercato, i prezzi delle cosce fresche
pesanti per prosciutti Dop sono aumentati a ottobre dell'1,1% rispetto a
settembre, arrivando a 5,178 euro/chilogrammo (Cun - Commissione unica
nazionale per i suini), con la variazione tendenziale che segna +15,5%. Così
come in aumento risultano le cosce fresche pesanti per prosciutti generici:
alla Cun hanno raggiunto 4,148 euro/chilogrammo (+0,3% rispetto a settembre e
+15,5% rispetto al 2015).
In crescita anche i lombi taglio Modena che a ottobre hanno
quotato 4,525 euro/chilogrammo (Cun) che si traduce in +2,1% su base
congiunturale e +1,5% nei confronti di ottobre 2015.
Stagionatori in recupero
Rispetto a settembre, la redditività della fase di
stagionatura del Prosciutto di Parma Dop pesante è migliorata a ottobre del
3,2%; mentre il confronto con l'ottobre 2015 segna +7,1%.
Nello stesso periodo cresce anche la redditività della
stagionatura dei prosciutti generici pesanti: +2% rispetto a settembre e +0,5%
rispetto all'ottobre dell'anno scorso.
La competizione dei prosciutti
Gli aumenti di redditività hanno interessato a ottobre anche
la tipologia leggera, e così si conferma la situazione di settembre che vede da
un lato l'indice Crefis della stagionatura del Prosciutto di Parma Dop leggero
rimanere al di sotto di quello dei prosciutti non tutelati (-3,6%), e
dall'altro lato l'indice del Prosciutto di Parma Dop pesante restare su un
livello decisamente superiore rispetto all'omologo calcolato per le produzioni
non tipiche (+8,7%).
Sul fronte delle quotazioni si registrano ancora aumenti dei
prezzi dei prosciutti di Parma stagionati pesanti, con valori medi mensili pari
a 10,088 euro/chilogrammo, ovvero +3,5% su base congiunturale e +18,2% su base
tendenziale.
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