Il Pai (Piano assicurativo individuale), l'ultima invenzione
per complicare la vita dei produttori, è totalmente inadeguato e gli
agricoltori non ne possono più.
Per molti produttori la soluzione c'è: abbandonare un
sistema assicurativo oneroso e inefficiente e difendere le colture con reti
antigrandine, antipioggia e anti-insetto. Perché molti di loro sostengono che,
in fondo, le assicurazioni sul prodotto servono a poco. Se perdi il raccolto
non puoi dare continuità ai fornitori e quindi perdi i clienti.
"Inoltre - sostiene un agricoltore romagnolo che
abbiamo interpellato - i contributi pubblici altro non sono che un regalo alle
Compagnie assicurative perché per assicurare 100mila euro di Plv si spendono
10mila euro. Una cifra assurda. E' come se un automobilista, per assicurare
l'automobile da 30mila euro, ne spendesse 3000".
Il presidente di Condifesa Ravenna, Stefano Francia
definisce il Pai "croce del sistema assicurativo. E' arrivato il momento
che le aziende agricole ricevano il contributo 2015 e 2016, senza ingiuste decurtazioni.
Non c'è più tempo: le aziende, e le banche, non devono perdere fiducia nel
sistema che ha per scopo la difesa attiva e passiva delle produzioni".
E' il momento di cambiare una volta per tutte il metodo di
calcolo delle rese, affinché le aziende possano assicurare realmente il proprio
potenziale produttivo. "E' impensabile lasciare le aziende - aggiunge
Francia - senza un adeguato strumento assicurativo e ciò assume ancora più
importanza oggi che stiamo vivendo un cambiamento climatico con fenomeni
avversi sempre più frequenti, sempre più violenti e più impattanti".
Un ragionevole modo di procedere è quello che prevede
un'integrazione fra sistemi di difesa attivi (reti) e passivi (assicurazioni),
in base al proprio catasto, al tipo di vendita, alle problematiche aziendali.
Il presidente nazionale di Asnacodi, Albano Agabiti,
sottolinea che "il rapporto di fiducia che i Consorzi di difesa hanno
costruito con gli Istituti di credito ha permesso fino ad oggi di anticipare i
fondi europei a disposizione degli agricoltori. Lavoriamo per cercare da qui a
fine anno di riallineare i pagamenti. E poi, ancora, a livello europeo col
decreto Omnibus si sta lavorando per portare dal 30 al 20% la soglia minima di
accesso al risarcimento e vorremmo inserire stabilmente come possibilità la
polizza sui ricavi. Per il futuro, nella nuova Pac, un'innovazione potrebbe
essere realizzare un fondo mutualistico per un'ulteriore tutela di un settore
che, per sua natura, è più esposto di altri ai cambiamenti climatici".
Autore: Cristiano Riciputi
Fonte: www.freshplaza.it
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