Frutto (detto drupo) estivo per eccellenza, l'albicocca
nasce dall’albero dell’albicocco, Prunus Armeniaca, famiglia delle Rosacee,
genere Prunus. È quindi imparentato con altri frutti simbolo dell’estate come
pesche e ciliegie, e la pianta condivide con gli alberi dello stesso genere
alcune caratteristiche tipiche, come la delicatezza dei colori e l’abbondanza
dei fiori, che ricoprono i rami in primavera prima ancora delle foglie.
L’albicocco è originario dell’Asia e dovrebbe avere almeno quattromila anni di
storia; a diffonderlo nell’area mediterranea sono stati prima i Romani e poi
gli arabi. La pianta è piuttosto resistente anche ai climi freddi, ma poiché
fiorisce presto viene coltivata in zone temperate per evitare che il freddo
rovini i frutti. A seconda delle varietà, le albicocche si raccolgono tra fine
maggio, come la Pindos, e agosto. La maggior parte delle cultivar dà frutti
verso giugno e luglio, come l’Amabile Vecchioni e la Valleggina, tipica della
Liguria; dalla varietà Luizet, coltivata in Svizzera, si ricava un noto
distillato del Canton Vallese.
L’albicocca, di forma tendenzialmente ovale, ha un diametro
variabile tra circa quattro e circa sei centimetri; presenta una buccia
vellutata, di colore dorato che in alcune varietà tende al rosso, e ha un seme
singolo. È un frutto ricco di minerali e vitamine A e C; l’apporto calorico è
basso.
Le albicocche in cucina
Succhi di frutta, marmellate, gelatine; frutti freschi ed
essiccati; sciroppati e congelati. In macedonia, nei biscotti, nelle crostate,
nella torta Sacher, nei liquori, come lo svizzero Abricotine. A colazione, come
frullato, a pranzo, insieme alla carne, a fine pasto, come sorbetto. Per chi
ama le albicocche, non c’è rischio di annoiarsi; inoltre, grazie ai vari
trattamenti a cui sono sottoposte, possono essere consumate, sebbene non
fresche, per tutto l’anno.
I prodotti industriali a base di albicocca sono reperibili
in ogni supermercato e spaziano, come detto, dai succhi di frutta alla
marmellata, ai frutti sciroppati o disidratati. Se si è in estate, e quindi si
ha la possibilità di comprare la frutta fresca, è bene scegliere albicocche già
mature, che possono essere conservate in frigorifero ma vanno smaltite entro
pochi giorni. La buccia è edibile ma va lavata con attenzione; il seme va
eliminato.
La particolare dolcezza di questo frutto ne fa un dessert
perfetto, soprattutto considerando che, nonostante il sapore, l’albicocca non
contiene un’eccessiva quantità di zuccheri e l’apporto calorico è contenuto.
Per chi è amante degli accostamenti particolari come carne e frutta,
l’albicocca può accompagnare carni bianche; del resto questo frutto è tra
quelli utilizzati per realizzare la mostarda di Cremona.
Per chi preferisce accostamenti più classici, l’albicocca è
un ingrediente ideale per torte, crostate e dolci di ogni tipo, che sia fresca,
in marmellata, sciroppata o in gelatina; si sposa a perfezione con il
cioccolato, come nel caso della già menzionata Sacher; ma anche con gli
amaretti, i formaggi, lo yogurt e con molti altri ingredienti. Fermo restando
che anche una semplice albicocca, degustata in purezza, senza aver subito
nessun trattamento e senza necessità di essere accompagnata o di accompagnare
nulla, è uno dei doni più piacevoli dell’estate.
Proprietà salutari
L’albicocca è un frutto ricco di vitamine, soprattutto
carotenoidi, vitamina A e C. L’alta presenza di minerali come potassio,
fosforo, sodio, ferro e calcio ne fa un valido supporto in casi di anemia,
spossatezza, convalescenza; soprattutto il potassio aiuta anche nell’attività
fisica, durante i mesi estivi. L’albicocca può essere blandamente lassativa a
causa del sorbitolo; è comunque ricca di acqua e fibre, quindi a priori è un
aiuto per la regolarità intestinale. Occorre ricordare che le vitamine A e C
hanno, tra le varie proprietà, anche una funzione antiossidante, quindi
contrastano l’azione dei radicali liberi e proteggono l’organismo.
Le albicocche non fresche, quindi cotte e sciroppate,
candite, disidratate, trattate in altri modi, ovviamente perdono molti dei loro
principi salutari, poiché la cottura danneggia soprattutto la vitamina C; le
altre sostanze risulteranno in alcuni casi più concentrate, come per le
albicocche disidratate; ma attenzione alla quantità di zuccheri, che ovviamente
aumenta con alcuni trattamenti, come per le albicocche sciroppate.
I semi, come anche quelli delle pesche, contengono tracce di
acido cianidrico, qindi sono potenzialmente tossici, per quanto la medicina
tradizionale orientale ne riconosca anche dei principi benefici.
Valori nutrizionali
Un etto di albicocche fresche è composto per circa l’86 per
cento d’acqua, e per circa il 6,5 per cento di zuccheri. Le proteine
rappresentano lo 0,4 per cento del peso totale, e le fibre l’1,5 per cento; i
grassi non superano lo 0,1 per cento. Le calorie corrispondenti a un etto di
prodotto fresco nella sua parte edibile sono circa 28. Tra i minerali il più
presente è il potassio, 320 mg per etto, seguito da calcio, fosforo, sodio e
ferro. Le vitamine contenute sono la A, in particolare abbondanza, e la C. Tra
le altre sostanze, tiamina, riboflavina e niacina.
Fonte: Benessere.com
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