Caldo e afa di questi giorni, stanno seriamente
compromettendo l’agricoltura italiana. Il brusco e soprattutto anticipato
innalzamento delle temperature è avvenuto durante un periodo particolarmente
siccitoso. Le precipitazioni, durante il mese di maggio si sono dimezzate,
mettendo a rischio i raccolti. L’andamento climatico anomalo – di cui spesso si
è trattato – non consente lo sviluppo e la maturazione regolare delle colture
in una situazione di carenza idrica. Nelle campagne è dunque necessaria la
cosiddetta irrigazione di soccorso per molte coltivazioni che sono in
condizioni di stress idrico, dopo che le precipitazioni in Italia sono
risultate inferiori alla media del 40,3% ad aprile e del 52,3% anche a marzo.
Le precipitazioni, in generale, sono state carenti durante tutto l’inverno, con
un picco negativo a dicembre, in cui secondo l’Ucea è caduta addirittura il 67%
di acqua in meno sulla nostra Penisola.
Le coltivazioni, quindi, sono stressate da caldo e afa, dopo
un periodo di estrema variabilità climatica, segnato prima da gelate e poi da
grandinate e bombe d’acqua. Una situazione agronomica che provoca la
maturazione simultanea delle produzioni in campo, con difficoltà ad organizzare
la raccolta, anche a causa dell’abrogazione dei voucher, e problemi di
assorbimento da parte del mercato, nonostante la tendenza all’aumento dei
consumi provocata dalle alte temperature. Ora l’abbassamento delle falde e lo
scarso livello dei bacini preoccupano le imprese agricole che si preparano ad
affrontare tre mesi bollenti e decisivi per i raccolti estivi ed autunnali con
una disponibilità idrica insufficiente. Un’evidente anomalia che conferma i
cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti
sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla
siccità all’alluvione, precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da
grandine, con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci
anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.
Fonte: Coldiretti Giovani Imprese
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