Il prezzo medio all'origine del grano duro, dal 2015 al
2016, è crollato del 30% circa; nel primo quadrimestre del 2017 la flessione è
proseguita e, rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno, è stato
registrato un ulteriore -16%. La nuova campagna di raccolta però sta facendo
registrare incoraggianti segnali di ripresa legati soprattutto alla elevata
qualità proteica. Ma i primi prezzi espressi non consentono ancora di ottenere
remunerazioni adeguate ai costi di produzione. Tutto ciò sta spingendo molti
produttori ad abbandonare la coltivazione. Tanto è vero che già si ha una
diminuzione delle semine del 7%-8%". Lo ha sottolineato il presidente di
Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo a Tarquinia al convegno
dell'Organizzazione di Viterbo-Rieti sul comparto del grano duro.
"Aziende agricole, molini, pastifici, stoccatori e Gdo
- ha detto Giansanti - dovrebbero costituire finalmente l'organizzazione
interprofessionale, prevista dalla normativa europea e nazionale. Penso poi
alla definizione di contratti pluriennali di coltivazione che potrebbero
aiutare a superare la volatilità dei mercati. "Occorre migliorare le
informazioni sul mercato e rendere il tutto trasparente per gli operatori - ha
aggiunto -. Servirebbero stime più puntuali sugli investimenti e sui raccolti.
A livello di importazioni sarebbe poi essenziale avere una conoscenza più
approfondita dei quantitativi importati".
"Svecchiamo quindi - ha esortato il presidente di
Confagricoltura - le borse merci provinciali che non sono più in grado di fare
fronte alle esigenze degli operatori. Serve piuttosto un nuovo modello di
mercato telematico che abbia una visione non solo limitato al locale".
"Sono essenziali - per Giansanti - strumenti di politica agricola che
garantiscano liquidità agli operatori e fronteggino la volatilità dei prezzi in
caso di crisi. Con interventi di emergenza nei casi dei veri e propri
'tracolli' delle quotazioni che abbiamo conosciuto anche nei mesi
scorsi"."Occorre promuovere e finanziare - ha osservato ancora- nuovi
progetti di ricerca per il miglioramento genetico del frumento duro, sia in
termini di produttività sia di qualità, ma anche di resistenza alle fitopatie.
Però laddove si produce grano di qualità questa qualità va giustamente
remunerata".
"Vogliamo puntare ad una progettualità comune - ha
concluso il presidente di Confagricoltura - con tutti gli operatori della
filiera, in particolare con l'industria molitoria e della pasta.
Se ci muoviamo in sintonia possiamo ottenere risultati
importanti, che aumentino il valore del prodotto, dalla terra alla tavola, a
vantaggio di tutta la filiera".
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