
"Avviamo una riforma attesa da anni dal settore.
Abbiamo puntato a semplificare le norme, valorizzare di più le varietà
tradizionali italiane e dare più trasparenza in etichetta al consumatore".
Così il Ministro Maurizio Martina commenta l'approvazione.
"Questo provvedimento - prosegue il Ministro - rientra
nelle azioni che stiamo portando avanti per un settore fondamentale come quello
del riso, che attraversa una fase complessa. Continueremo a insistere con
Bruxelles per avere risposte ad una crisi di settore che è europea, ma che ci
riguarda molto da vicino essendo i più grandi produttori di riso dell'Unione.
Lavoreremo anche nei prossimi giorni per avere risposte concrete per i nostri
risicoltori, che vengono penalizzati anche dall'ingresso del riso a dazio zero
dai paesi asiatici Eba. Serve un pacchetto di misure di sostegno da parte della
Commissione e l'attivazione della clausola di salvaguardia prevista dai
trattati Eba. Su questo continueremo a lavorare anche nelle prossime ore, così
come ci aspettiamo un via libera dall'Ue sul decreto sull'origine obbligatoria
in etichetta per il riso inviato a Bruxelles già lo scorso aprile".
LE NOVITÀ DEL DECRETO
Il Decreto nello specifico prevede:
- la riorganizzazione e semplificazione della normativa
relativa alla commercializzazione del riso, che risaliva al 1958 e il suo
adeguamento anche alla normativa europea;
- la salvaguardia delle varietà di riso italiane;
- Il miglioramento genetico di nuove qualità e la
valorizzazione della produzione risicola attraverso l'istituzione di un
registro nazionale delle denominazioni dei risi tenuto dall'Ente risi; in
particolare il provvedimento mira a dotare la filiera risicola di strumenti
giuridici basati su criteri oggettivi e trasparenti e determinati per poter
"classificare", dal punto di vista della vendita, l'inestimabile
patrimonio varietale italiano. Sono 200, infatti, le varietà di riso iscritte
nel registro nazionale e tale numero è di per sé sufficiente a porre in
evidenza le dimensioni e l'importanza della realtà produttiva.
- la valorizzazione attraverso la denominazione
"classico" in etichetta delle varietà di prodotto da risotto oggi più
note e maggiormente utilizzate, che sono un patrimonio della filiera risicola
italiana, come previsto dai principi e criteri direttivi per l'esercizio della
delega.
- la tutela del consumatore con più trasparenza delle
denominazioni sulle etichette;
- il rafforzamento dei controlli con il relativo nuovo
apparato sanzionatorio
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