Tutti gli ortaggi hanno necessità di ricevere acqua per
svilupparsi e prosperare, non possono vivere senza, ma se ne deve somministrare
il giusto quantitativo; una corretta irrigazione permette di avere piante in
buono stato di salute e ottenere prodotti in breve tempo. In caso contrario, se
il terreno fosse siccitoso, le colture stenterebbero a svilupparsi,
produrrebbero fiori e frutti in modo sporadico e anticipato, di scadente
qualità, fibrosi e asciutti. Se l’acqua invece fosse troppa o mal distribuita,
le piante presenterebbero dei fenomeni di marcescenza, prima a carico dei
frutticini in formazione, poi delle radici, fino a portare alla morte tutta la
pianta. Indifferentemente dal sistema di irrigazione adottato e dalle piante
coltivate, le regole fondamentali per una buona irrigazione sono le medesime.
Acqua sempre potabile
L’acqua per irrigare gli ortaggi deve rispondere a una
precisa caratteristica igienico-sanitaria: deve essere potabile per evitare di
contaminare le foglie con batteri presenti nelle acque di ruscelli, pozzi non
controllati e corsi d’acqua. Il lavaggio prima del consumo non può essere
considerato una garanzia assoluta per eliminare il problema.
L’acqua del rubinetto ha dosi massicce di cloro, quindi non
è dannosa, ma nel tempo impoverisce la flora batterica del terreno che
favorisce e regola i processi di decomposizione della materia organica: prima
di usarla occorre farla decantare dieci minuti perché il cloro evapori.
Temperature
L’acqua di irrigazione non deve essere fredda quando viene
somministrata alle piante altrimenti, se il terreno è molto caldo, si rischierà
di causare arresti di crescita sia dell’apparato radicale sia della
vegetazione. Inoltre le piante non vanno mai bagnate nelle ore troppo calde
della giornata.
Il getto
Se possibile, gli ortaggi vanno bagnati al piede, mai sulle
foglie. Si faccia attenzione a non utilizzare un getto troppo forte perché
questo causerebbe un fenomeno di ruscellamento e l’acqua rimarrebbe solamente
in superficie.
Quale sistema scegliere?
Diverse esigenze colturali possono essere soddisfatte con
differenti sistemi di irrigazione. Trattandosi di un orto domestico, quindi di
contenute dimensioni, quelli utilizzabili sono essenzialmente quattro: a
pioggia, a scorrimento laterale, con tubi forati e a goccia.
Quello a pioggia È utilizzato per colture come le insalate,
gli spinaci, le bietole, in particolar modo dopo le semine per favorirne lo
sviluppo e nelle prime fasi di crescita delle piante. Per questo tipo di
irrigazione in un orto di piccole dimensione basta aggiungere al classico tubo
di gomma un polverizzatore sulla parte terminale che spezzi il getto in gocce
molto fini. Per le piante già sviluppate non è il sistema migliore dal momento
che potrebbe, bagnando il fogliame, fare aumentare il rischio di malattie
fungine.
A goccia L’impianto a goccia prevede l’impiego di un tubo di
maggior portata che, partendo da una centralina temporizzata (o ad apertura
manuale), tramite raccordi a T o a L, dirami l’acqua nelle canalette di minor
diametro microforate.
A scorrimento laterale Scavare delle conche intorno alle
piante o delle canaline che veicolino l’acqua tra le aiuole è uno dei sistemi
più utilizzati fin dai tempi antichi. È ideale per gli ortaggi da bacca come ad
esempio i pomodori o le melanzane. L’acqua si fa scorrere dall’inizio della
canalina, se non sono solchi individuali, e si smette di erogarla quando la sua
corsa è arrivata in prossimità dell’ultima pianta del filare cui è accostata.
Tubi forati Ideali per irrigare praticamente ogni coltivazione,
le manichette, o tubi forati, funzionano solo con un impianto. Gli sprechi sono
ridotti al minimo perché serve davvero poca acqua. I tubi vanno stesi con
attenzione in modo che non ci siano strozzature o piegamenti che impediscano il
deflusso dell’acqua e possono essere disposti anche sotto una buona
pacciamatura o un telo nero. Possono funzionare manualmente oppure con
centralina automatizzata.
Nessun commento:
Posta un commento