“Per rilanciare l’agrumicoltura serve un nuovo piano di
settore. Cia-Agricoltori Italiani sta lavorando a un documento da consegnare al
ministro Maurizio Martina per una proposta strutturale che affronti tutti i
problemi del settore”. Lo ha annunciato Fernando De Florio, presidente GIE
Ortofrutta Puglia, a margine del convegno tenutosi nell’ambito della
ventisettesima edizione della Sagra del Mandarino, a Palagiano (Taranto). La
Cia Puglia si sta occupando con continuità dei problemi affrontati dai produttori
di agrumi, soprattutto attraverso il lavoro svolto all’interno del GIE
Nazionale, il Gruppo di Interesse Economico dedicato all’ortofrutta, che vede
la partecipazione attiva di Calabria, Sicilia e Puglia. Il presidente nazionale
di Cia, Dino Scanavino, in questi giorni sta lavorando per ultimare il
documento con il quale l’organizzazione illustrerà le proprie proposte al
ministro Martina, chiedendo al governo l’elaborazione di un piano di settore
che rilanci su qualità, promozione e sostegno per l’agrumicoltura nazionale.
“L’Italia è la seconda nazione produttrice di agrumi in Europa con una quota
complessiva del 30%. La Puglia rappresenta il 20% della produzione nazionale e
il 5% di quella europea”, ha spiegato Francesco Passeri, presidente provinciale
di Cia Taranto, che ha portato i suoi saluti e quelli del presidente regionale
Raffaele Carrabba all’incontro di Palagiano attraverso la presenza di Fernando
De Florio. La Cia Puglia rileva che la nostra posizione sui mercati, nonostante
quei numeri, è ancora debole, poiché la Spagna, nostra principale concorrente,
rappresenta il 60% della produzione europea e ha conquistato il primato per
l’esportazione anche a livello mondiale. I produttori italiani soffrono anche
la forte concorrenza di Sudafrica, Egitto, Marocco e Tunisia. “Sul rinnovamento
varietale il settore è in ritardo, e questo impedisce di soddisfare le
richieste di mercato con prodotti innovativi e un più ampio calendario di
maturazione”, ha spiegato De Florio. “E’ un fattore che determina un surplus
sul mercato di alcuni prodotti, come il clementino comune. Mancano dati
produttivi che permettano di orientare nuove strategie di programmazione più
adeguate alle esigenze del mercato. Riteniamo che, com’è avvenuto su altri
prodotti, anche per gli agrumi sia necessario prevedere l’indicazione in
etichetta del luogo di coltivazione, proprio per avere una migliore
valorizzazione del prodotto e del legame con lo stesso territorio in cui esso è
coltivato”. Per Cia Puglia, anche per affrontare le minacce di fitopatie quali
Citrus Tristeza Virus e altre patologie come il Citrus Black Spot e Greening,
urge una vera ristrutturazione del comparto che coinvolga produttori, vivaisti,
l’intera filiera e gli enti di ricerca a tutela della specificità del prodotto
locale. Occorre elevare il livello di garanzie di attenzione ai rischi
fitosanitari a tutela della salubrità del prodotto. “Per questi motivi”, ha
concluso Passeri, “siamo impegnati affinché si possa arrivare quanto prima alla
redazione del piano di settore, accompagnato da risorse finanziare per il
rilancio dell’agrumicoltura nazionale, ma ci impegneremo anche a difendere la
specificità del prodotto locale e a rivalutare il marchio Igp che lo
contraddistingua sul mercato, con un accordo di programma tra gli operatori del
settore e le amministrazioni locali per una maggiore gestione trasparente dello
stesso marchio”.
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